Lotto, superstionzione e a scarpetta dint”o rraù

Sabato 17 dicembre, a Napoli, l’associazione culturale Antarecs organizza un percorso narrato dedicato alla superstizione e alla Smorfia napoletana

lotto e superstizioneSabato 17 dicembre 2016, a Napoli, l’associazione culturale Antarecs organizza un percorso narrato dedicato alla superstizione e alla Smorfia napoletana. In una città come Napoli, dove la vita si inventagiorno dopo giorno, dove i sogni la fanno da padrone, dove la fantasia del quotidiano galoppa su un bianco cavallo per interminabili prati, dove la tradizione è radicata come l’edera, non poteva non attecchire il gioco del lotto. La ritualità che accompagna le “fatidiche estrazioni dei cinque numeri, l’incantesimo della mano innocente del fanciullo bendato che li estrae dall’urna, le tradizioni, credenze, abitudini e divinazioni ad esso legate, sono inscindibili dal fascino che emana.
Ben circa quattro secoli sono passati da quel fatidico anno 1672 quando, a causa di una violenta carestia il vicerè Marchese di Astorga, per non gravare il popolo di ulteriori balzelli introdusse, nel vicereame la cosiddetta “bonafficiata”. Da allora il gioco popolare andò man mano arricchendosi e colorandosi di credenze, superstizioni e personaggi goffi strettamente legati ai vari numeri ed alla famosa tombola natalizia.
E fu così che nacque il libro dei numeri per intenderci, la cosìdetta Smorfia di cui parleremo nel corso della nostra passeggiata illustrandone una del 1935. Parleremo dell’assistito, ‘o scartellato, ‘a fattucchiera, d”o femmeniello banditore, dei famosi detti “Pazzo chi joca e pazzo chi nun joca” e “aglio e fravaglie, fatture ca nun quaglie, corna, bicorna, cape ‘e alice e cape d’aglio”.
Ci soffermeremo sul significato dei numeri e dei sogni ad essi legati. Percorreremo vicoli e meandri del centro storico dove un tempo erano ubicati angusti terranei in cui si praticavano jatture e sortilegi ad opera di pseudo-fattucchiere e streghe. Vedremo il luogo preciso dove in quel lontano dì del 1672 il gioco del lotto prese forma e le botteghe dei bacolotti più antichi di Napoli. Ci soffermeremo nel fondaco dela strega conosciuto in tempi antichi con il nome “‘o funnac d”a ianara” personaggio al limite tra realtà e fantasia. Una sorta di Sibilla popolare il cui angusto terraneo, sporco e lercio era un andirivieni di giovani fanciulle in cerca di marito e che commissionavano al misterioso personaggio ogni sorta di sortilegio e pozione magica. Al confine con il su indicato vicolo ce ne è un altro, altrettanto angusto un tempo conosciuto come “‘o vico d”o monaco rattuso dove dimorava ‘o monaco d”e cristallini, personaggio discutibile perché di monaco aveva solo la tonaca.
Inoltre sapete perché il numero 63 della smorfia ha un duplice significato? “‘a Sposa” e ‘o Rraù”. Ebbene, ve lo spiegheremo a conclusione del nostro percorso narrato, con una gustosa degustazione di ragù o per meglio dire, “‘a scarpetta dint ‘o rraù” presso un tipico locale del centro storico di Napoli.

CONTRIBUTO ASSOCIATIVO: soci ANTARECS € 12, non soci €14, Under 18 € 10 Appuntamento in Piazza San Domenico Maggiore, davani alla Pasticceria Scaturchio alle ore 10.30 (primo turno) e alle ore 15.30 (secondo turno)
DURATA TOUR: 2 ore

Prenotazione obbligatoria entro il 15 dicembre (3405365852, whatsapp 3317100447) indicando nominativo, numero di partecipanti e recapito)

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