E ALLORA?


musicatestoArmando Gill1 data1926


 
Nel tram di Posìllipo,
al tempo dell’está,
un fatto graziosissimo
mi accadde un anno fa.
Il tram era pienissimo,
‘a miezo, ‘a dinto e ‘a fora,
quando, alla via Partènope,
sagliette ‘na signora.

E allora?
 
Nel tram di Posillipo,
in estate,
un fatto graziosissimo
mi accade un anno fa.
Il tram era pienissimo,
in mezzo, dentro e fuori,
quando, in via Partenope,
salì una signora.

E allora?
 
E allora io dissi subito:
“Signora, segga qua”.
Rispose lei: “Stia comodo,
vedrá che ci si sta.
Si stríngano, si stríngano,
per me c’è posto ancora”.
E quase ‘nzino, ‘ndránghete,
s’accumudaje ‘a signora,

E allora?
 
E allora io dissi subito:
“Signora, si segga qua”.
Lei rispose:”Stia comodo,
vedrà che ci sta.
Si stringano, si stringano,
per me c’è posto ancora”.
E quasi in grembo,
si accomodò la signora.

E allora?
 
E allora, dietro all’angolo,
mi strinsi ancora un po’,
Lei rise e poi, guardandomi,
le gambe accavalciò.
Io suspiraje vedennole
tanta ‘na gamba ‘a fora,
comme suspiraje Cesare
p’ ‘e ccosce d’ ‘a signora.

E allora?
 
E allora, dietro l’angolo,
mi strinsi ancora un po’.
Lei rise e poi, guardandomi,
le gambe accavallò.
Io sospirai vedendole
così tanta gamba scoperta,
come sospirò Cesare
per le gambe della signora.

E allora?
 
E allor dissi: “E’ di Napoli?”.
“No, mi sun de Milan”.
“Fa i bagni qua, certissimo”.
“No, mi parto duman.
Vorrei vedere Frìsio,
non visto mai finora”.
“Se vuole, io posso”.
“Oh, grazie”.
E s’ammuccaje ‘a signora.

E allora?
 
E allora dissi: “E’ di Napoli?”
“No, io sono di Milano”
“Fa i bagni qua, certissimo!”
“No, io parto domani.
Vorrei vedere Frìsio,
non l’ho visto mai finora.”
“Se vuole, io posso”.
“Oh, grazie”.
E abboccò la signora.

E allora?
 
E allora, po,
addunánnome ca dint’ô trammuè,
‘a gente ce guardava,
dissi: “Signó, scendé;”
E mme pigliaje ‘nu taxi
a vinte lire a ll’ora
e a Frìsio ce ne jèttemo,
io sulo, cu ‘a signora.

E allora?
 
E allora, poi,
accorgendomi che dentro il tram,
la gente ci guardava,
dissi: “Signora, scendete”.
E presi un taxi
a venti lire all’ora
e a Frisio andammo,
da solo, con la signora.

E allora?
 
E allora, senza scrupoli,
mm’accummenciaje a lanzá.
Ma lei, con fare ingenuo,
mi disse: “Oh, ciò non sta.
Andiamo prima a Frìsio,
mangiamo e, di buonora,
io sto all’Hotel Vesuvio,
lei mi accompagna, e allora…”.

E allora?
 
E allora, senza scrupoli,
iniziai a lanciarmi.
Ma lei, con fare ingenuo,
mi disse: “Oh, ciò non sta.
Andiamo prima a Frisio,
mangiamo e, di buonora,
io sto all’Hotel Vesuvio,
lei mi accompagna, e allora…”.

E allora?
 
E allora io feci subito
“necessita virtù”.
Ma a Frìsio ce magnajemo
duiciento lire e cchiù.
Turnanno, immaginateve,
stevo cu ll’uocchie ‘a fore.
Finché all’Hotel Vesuvio,
scennette cu ‘a signora.

E allora?
 
E allora io feci subito
“di necessità virtù”.
Ma a Frisio mangiammo
duecento lire e più.
Tornando, immaginate,
stavo con gli occhi di fuori.
Finché all’Hotel Vesuvio,
scesi con la signora.

E allora?
 
Qui viene il graziosissimo ca,
jenno pe trasí,
a tutti presentávami:
“Presento mi marí”.
Mm’avea pigliato proprio
pe ‘nu cafone ‘e fora.
E ghièttemo ‘int’â cammera
e s’assettaje ‘a signora.

E allora?
 
Qui venne il graziosissimo
che, mentre entrava,
mi presentava a tutti:
“Vi presento mio marito”.
Mi aveva preso proprio
per un cafone forestiero
Ed entrammo nella camera
e si sedette la signora.

E allora?
 
E allora, mentre proprio
‘a stevo p’abbracciá,
vicino ‘a porta, ttùcchete,
sentette ‘e tuzzuliá.
“Chi sarrá maje ‘sta bestia?
Si mandi alla malora”.
‘Nu cameriere in smoking,
cu ‘o cunto d’ ‘a signora.

E allora?
 
E allora, proprio mentre
stavo per abbracciarla,
sentii vicino alla porta, toc toc,
sentii bussare.
“Chi sarà mai questo scostumato?
Che vada in malora”.
Un cameriere in smoking,
con il conto della signora.

E allora?
 
E allora ce guardajemo,
curiuse, tutt’e tre
Lei prese il conto e
“Págalo, duemila e ottantatré”.
Cu ‘na penzata ‘e spíreto
diss’io: “Mo, nun è ora!”
E il cameriere pratico:
“Pardon, signor, signora”.

E allora?
 
E allora ci guardammo,
in modo strano, tutti e tre.
Lei prese il conto
e “Pagalo, duemila e ottantatré”.
Con una battuta di spirito
dissi: “Ora non è il momento!”
E il cameriere svelto:
“Mi scusino, signore, signora”.

E allora?
 
E allora lei fa: “Sei stupido”.
“Qua’ stupido, madá.
Ciento lirette ‘e taxi,
duiciento pe magná.
Duimila e tanta ‘e cámmera
e chesto che bonora.
Cca ce vo’ ‘o Banco ‘e Napule,
carissima signora”.

E allora?
 
E allora lei fa: “Sei stupido”.
“Quale stupido, signora.
Cento lire di taxi,
duecento per mangiare.
Duemila e ottanta di camera
e questo solo per cominciare.
Qua ci vuole il Banco di Napoli,
carissima signora”.

E allora?
 
E allora, senza aggiungere
manco ‘nu “i” e ‘nu “a”,
pigliaje ‘o cappiello e, sùbbeto,
mme ne scennette ‘a lla.
Truvaje ancora ‘o taxi.
“Scioffer, pensione Flora”.
E ghiette a truvá a Amelia
 ca mm’aspettava ancora.

E allora?
 
E allora, senza aggiungere
nemmeno una “i” e una “a”,
presi il cappello e subito,
me scesi da là.
Trovai ancora il taxi:
“Autista, pensione Flora”.
Ed andai a trovare Amelia
che mi aspettava ancora.

E allora?
 
E allora ebbi la prova
di una grande veritá.
Ch’ ‘a via vecchia, p’ ‘a nova,
nun s’ha dda maje cagná.
E allora ebbi la prova
di una grande verità:
Che la via vecchia, per la nuova,
non di deve mai cambiare.

Oltre a quella dell’autore, tra le altre interpretazioni della canzone, ricordiamo quella di Roberto Murolo.
1 Armando Gill è lo pseudonimo utilizzato da Michele Testa, cantante e attore, riconosciuto come il primo cantautore italiano.

6 commenti su “E allora?

  1. Stupenda

  2. quest avventura sarà stata vissuta per davvero . Non una sola volta di sicuro ed in qualsiasi città

  3. Salve, io adoro questa canzone ma non ho mai capito chi sia quel Cesare che sospira per le cosce delle signora. Qualcuno lo sa? Giulio Cesare per Cleopatra? Mi pare improbabile

  4. E’ una domanda che mi pongo da anni anch’io, Francesco. Ed ho anche fatto ricerche e congetture. Anche se sembra inverosimile la relazione piu’ probabile che ho trovato è quella che indica Lei: Cesare e Cleopatra…… In un testo ho trovato: ” Cleopatra sapeva, i che gli uomini amano accarezzare la pelle liscia e vellutata di un corpo femminile e la regina puntava molto su questo fattore seduttivo, esaltato anche da vestiti succinti e sensuali. E’ rimasto infatti nei libri di storia la sorpresa che Cleopatra fece a Giulio Cesare nel suo palazzo imperiale a Roma: la regina si fece avvolgere in un grande tappeto, portato in regalo all’imperatore, e quando il suo fidato corriere egiziano consegnò il tappeto a Cesare, mentre lo srotolò vide uscire il corpo di Cleopatra con vestiti trasparenti e addosso gioielli splendidi che esaltavano la pelle del suo corpo. Cesare si avvicinò alla regina meravigliato, la accarezzò ed ebbe un brivido profondo al tocco di quella pelle liscia e morbida, ottenuta con numerosi bagni con gel di aloe e latte di capra. Cesare rimase folgorato dalla sua seduzione e quella notte trascorsero un magico momento d’amore.”
    Non si parla espressamente delle gambe, ma il senso sembra quello indicato da Michele Testa nella canzone, in arte Armando Gill ( da Martino Gill, un grande spadaccino alla corte di Filippo II Re di Spagna che aveva esaltato l’immaginario del Testa quando le lesse su un giornaletto per ragazzi).
    Se trovasse altra soluzione al dilemma….., La prego, la pubblichi.
    Grazie.

  5. Questa canzone è uno splendido esempio dell’ironia, della creatività e della capacità espressiva dei napoletani e del napoletano (inteso come dialetto).
    Sono anch’io alla ricerca di capire con esattezza il significato di alcune parole, anche se comunque il senso è assolutamente comprensibile anche grazie alla traduzione annessa.
    Senza contare, poi, che la fredda “traduzione” fa perdere il gusto e l’incisività del vernacolo.
    Ma mi piacerebbe sapere con esattezza cosa significano singolarmente “‘nzino” (o “zino”?, che dovrebbe significare grembo; potrebbe essere “sul grembo? o “in grembo”?). Ma poi cosa significa ‘ndranghete”? O “‘nzino ‘ndranghete” è da considerare un’espressione unica?
    Grazie a chi vorrà rispondermi

    Sergio Z.

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