Domenica 4/11/2001 – Undicesima giornata -
 

Magoni spinge il Napoli verso la A.

De Canio micidiale fuori casa (4a vittoria esterna). E venerdì assalto al Crotone.
Sciannimanico verso l'esonero: Perotti in pole per la sostituzione, ma c'è anche Ventura.
 
BARI – NAPOLI 0 – 1 (3234 spettatori)

BARI (4-4-2): Gillet, Innocenti, De Rosa, Sibilano, Ingrosso, Said (19'st Valdes), Pizzinat, Bellavista (33'st D'Agostino), Da Silva, Palmieri (30'st Chukwu), Spinesi.
Panchina: Battistini, Neqrouz, Paris, Markic. All. Sciannimanico.
NAPOLI (4-4-2): Mancini, Saber, Troise, Luppi, Bocchetti (30'st Ametrano),Baccin, Husain, Magoni, Jankulovski (35'st Montezine), Graffiedi (22'st Rastelli), Stellone.
Panchina: Roccati, Alessi, Floro Flores, Sesa. All. De Canio.

MARCATORI: MARCATORI: 41'pt Magoni.

Il Napoli, una scheggia. Il Bari, un pianto, ai confini dell'anticalcio. De Canio si conferma corsaro: mandatelo in trasferta, nelle praterie. Dategli metri di autostrada, concedetegli di andare in porta con un semplice respiro. Oppure con tre passaggi. Oscar Magoni al tramonto del primo tempo, anche l'anno scorso andò così: un guizzo di Jankulovski, ma nei pressi dell'ultima curva. Il Napoli ottiene la vittoria numero quattro in trasferta e venerdì prova a sbloccarsi in casa, il Crotone ospite a Benevento: se queste sono le premesse, anche quel digiuno finirà. Il Napoli vogliamo esagerare?, ha un difetto: trova il gol e spreca l'impossibile quando dovrebbe chiudere. Due-tre-quattro volte faccia a faccia con Gillet: la prossima volta eviti di scialacquare, il calcio è spesso crudele.
Lello Sciannimanico entra ufficialmente in discussione. Il Bari, un quiz tattico e tecnico, il festival dell'incompiuta. L'improvvisazione totale. Un mare di trequartisti, gente fuori ruolo, Innocenti (affidabile da centrale difensivo) esterno destro e in balia di Jankulovski. Il concetto è semplice: l'organico non sembra da primi quattro posti. Ma neanche da classifica misera misera, da sofferenze continue. Sciannimanico contribuisce, lascia a lungo in campo un paio di presunti protagonisti (Palmieri, Pizzanat, lo stesso Innocenti) e quando decide di cambiare peggiora il panorama. Sciannimanico è a rischio, forse utilizziamo un eufemismo, ha le ore contate: Perotti in Pole, si parla di Ventura e soprattutto di un'idea che dovrebbe nascere e che non vede la luce. Strano il destino dei rampanti della panchina: pretendono la ribalta, la ottengono e poi finiscono in un imbuto, firmando la Waterloo. Dispiace, ma se questo è il progetto, difficilmente la gente potrà convincersi. Ieri poco più di mille paganti, in altri tempi sarebbe stato un incrocio degno di almeno ventimila anime.
Il Napoli: pratico, sbrigativo. Ridisegnato negli uomini, non nel modulo: fedele al 4-4-2, De Canio ripropone Troise in difesa, ripesa Jankulovski che sembrava destinato alla panchina e boccia Montezine. E' un Napoli agile, con una marcia in più: ci riferiamo a Husain, l'argentino che si riprende la ribalta, cancella l'opaca prestazione contro il Vicenza, si adatta come regista e i risultati sono di spessore. Husain più Jankulovski; la qualità si vede, il cambio di marcia anche. Magoni che fa la legna e si abitua alle incursioni vincenti. Il centrocampo lievita che sembra una pizza napoletana profumata e ben cotta. Il Bari paga subito dazio, Pinnazat non ha personalità, Bellavista corre per tre, ma sarebbe generoso chiedergli un pieno di geometrie; Said gira a vuoto; Da Silva sarebbe il Serginho della situazione, la peggiore versione, D'acordo, Sciannimanico potrebbe esultare in avvio perchè Troise si addormenta e perchè la trappola del fuorigioco è un mezzo suicidio. Palmieri e Spinesi si trovano due volte (9' e 13') davanti a Mancini: nel primo caso Palmieri chiude sciaguratamente a lato; nella seconda occasione il portiere, che ritorna da avversario al San Nicola, ci mette l'istinto dei giorni belli e respinge. Questo il Bari: fiammate casuali, gentili omaggi del Napoli. E se non porti a casa i cadeau che gentilmente ti concedono, diventa dura pensare a un risultato positivo. Innocenti difensore esterno: ogni volta che Jankulovski lo punta, avverte brividi di freddo, saltato sistematicamente. Quando Bocchetti, sulla stessa corsia di sinistra, va in sovrapposizione, il Napoli ha la superiorità in tasca, un trionfo. Baccin sciupa al 10' dopo un triangolo chiuso magicamente da Stellone: lo stesso esterno, al 16' non chiude un cross comodo; al 24' Bocchetti esalta Gillet, dopo l'ennesima magia di Jankulovski. In sintesi: Napoli padrone. In sintesi: Bari rintanato, incapace di agire persino nelle ripartenze, confusione su confusione, neanche una mossa dalla panchina (la tattica cos'è un optional?) per migliorare il panorama. Il guizzo di Magoni è una logica conseguenza, il Napoli raccoglie al 41'. Stellone interpreta il film "L'Altruista", pesca Bocchetti che sfonda a sinistra, sul cross il tocco morbido è di Oscar Magoni, finalmente un inno alla concretezza.
L'Intervallo dovrebbe servire a qualcosa, Sciannimanico non si degna: come se il primo tempo fosse stato un inno alla sfortuna, come se il Bari avesse interpretato tatticamente ai migliori livelli. Il Napoli ha un difetto, di non chiudere la pratica: non è padrone del campo, di più. E la porta deve essere troppo stretta e lontana per Baccin che al 6' illuminato da Jankulovski (avevate dubbi?) spara addosso a Gillet anzichè cercare il tocco morbido. Un giro di lancetta e Husain pesca Graffiedi: sul rimpallo piomba Stellone, il miglior Stellone centrerebbe l'angolino, invece chiude in Curva Nord. Pensi che tanti errori si pagano, che il Napoli non deve sciupare così. In realtà, al Bari piace farsi comandare: due telefonate di Da Silva e Said, fine delle trasmissioni. Sciannimanico si degna, propone Valdes per Said e poi Chukwu per l'irriconoscibile e spento Palmieri. Troppo tardi. Addirittura incomprensibile la mossa D'Agostino nel finale. Trequartisti e fantasisti uno dietro l'altro: qual è il criterio? Il Napoli convoca Rastelli, si affida persino ad Ametrano (esce Bocchetti e Baccin si sposta a sinistra), continua a scialacquare con Stellone. Ma quella magia di Magoni basta e avanza per conacrre De Canio il corsaro. Dispiace per Sciannimanico, ma se l'è cercata: il suo non sarà un lunedì da "tutti in famiglia con serenità".
 
MANCINI 6.5
 
L'istinito su Spinesi, il mestiere per sbrogliare un paio di antipatichi mischie.
LUPPI 7
 
Un'altra bella prestazione, fatta di praticità e di saggezza. In acrobazia non sbaglia una virgola.
TROISE 6
 
Comincia male, concedendo a Palmieri una palla gol colossale. Ma ritrova la calma, emerge alla distanza.
SABER 6

 
Può dare di più. Soprattutto nella fase offensiva, si inserisce poco e male, dal suo talento sarebbe lecito aspettarsi maggior qualità.
BOCCHETTI 6.5

 
Almeno due-tre discese degne di un fluidificane in carriera. Il cross del gol è farina del suo sacco. (30'st Ametrano sv)
BACCIN 6

 
Forse siamo generosi. In realtà sbaglia troppo in fase conclusiva, si chiama disabitudine. Ma lo premiamo per l'applicazione tattica.
HUSAIN 6.5

 
Enormi progressi rispetto all'insipida prestazione contro il Vicenza. Più svelto (di gambe e di pensiero), più concreto nel far girare la squadra. Indiscutibilmente ritrovato.
MAGONI 7

 
Gli chiedono di sbuffare in trincea, Oscarino esegue alla lettera. Non gli basta: confeziona il gol-partita, evidenzia una condizione fisica invidiabile.
JANKULOVSKI 7

 
Fosse sempre così ispirato, sarebbe l'indiscutibile stella di questo gruppo. Cambio di passo, fantasia, intuizioni geniali: è un piacere assistere a simili recite (35'st Montezine sv)
GRAFFIEDI 6
 
Non vede e non prende la porta, ma si rende utile negli spazi. (22'st Rastelli 6: Vivace, prezioso).
STELLONE 6
 
Tutto bene, tranne la precisione. Siccome sta recuperando la migliore condizione, vale la pena aspettarlo.

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