Domenica 28/10/2001 – Decima giornata -
 

E' un Napoli che ha carattere.

Va sotto per il gol di Jovicic, rimonta con Montezine, sfiora il sorpasso con Stellone.
A Benevento gli uomini di De Canio confermano di essere in risalita.
 
NAPOLI – SAMPDORIA 1 – 1 (12121 spettatori a Benevento, S. Paolo inagibile)

NAPOLI (3-5-2): Mancini, Saber, Bonomi, Luppi , Baccin, Bigica (42'pt Stellone), Montezine, Magoni, Bocchetti (25'st Sesa), Rastelli (14'st Jankulovski), Graffiedi.
Panchina: Roccati, Troise, Husain, Ametrano. All. De Canio.
SAMPDORIA (3-5-2): Mondini, Sakic, Grandoni, Conte, Vasari (17'st Esposito), Tricarico, Sanna, Marcolin, (47'st Bonomi), Zivkovic, Flachi, Jovicic (19'st Possanzini).
Panchina: Casazza, Traversa, Jurcic, Cucciari. All. Bellotto.

MARCATORI: 37'pt Jovicic, 31'st Montezine.

Il secondo tempo del Napoli: confortante. Un pareggio in rimonta non va disprezzato. Partiamo dal presupposto che se De Canio avesse continuato alla media delle ultime due partite (sei punti in trasferta), entro un mese sarebbe balzato in testa. Non è possibile, alla luce delle recenti sofferenze. E poi, pensiamoci bene: la Samp non è più la squadretta dell'era Cagni. La Samp è un gruppo, ha idee, il progetto è serio con la firma di Bellotto. Il Napoli se ne accorge nel primo tempo, quando incassa Jovicic e crede di essere tornato alle origini. Buio pesto, sofferenze tattiche. Invece, con un paio di mosse in corsa, il Napoli agisce da Napoli nel secondo tempo: vai con Stellone, aggiungi Jankulovski, il panorama cambia. Il pari è una magia di Montezine, sarebbe il caso di memorizzare la targa del brasiliano. Ha un eccellente futuro? Noi vi rispondiamo che, intanto, ha un presente bellissimo. E sull'onda del pari, si chiama forza d'inerzia, il Napoli sfiora la rimonta con sorpasso nei pressi dell'ultima curva. I dodicimila di Benevento avrebbero trascorso la notte qui.
I superficiali direbbero: un passo indietro rispetto alle due trionfali trasferte. Non ci siamo, non ci stiamo. Urge un approfondimento tattico. Il Napoli che sbanca Terni e poi si ripete a Padova è un Napoli da spazi larghi: non deve fare la partita, piuttosto volare nelle praterie. Qualsiasi allenatore vorrebbe esibirsi così, una specie di messaggio all'avversario: tu vieni avanti, io ti infilo al primo ribaltamento. Il Napoli che torna in Campania scopre, per almeno un tempo, l'impaccio di dover costruire, geometrie cercansi. E il Napoli merita "cinque e mezzo" fino all'intervallo: comincia benino, sfiora l'approdo al 3' con Bocchetti (servito da Graffiedi), si spegne come un cerino. Le motivazioni: non c'è una guida sicura, con tutto il rispetto per Bigica che ci mette l'anima. Magoni corre, corre e corre, sia chiaro non si tratta di un appunto. Bocchetti si preoccupa di Vasari, sull'altra sponda Saber e Baccin tengono la posizione e spingono poco. Ecco, se dovessimo parlare di mercato, andremmo alla ricerca di un organizzatore, ci permettiamo di spendere un nome: Bernardini, che a Vicenza è in discussione, sarebbe il top. E così la Samp si adegua. bene in difesa, con Grandoni e conte a lungo insuperabile, lavoratrice in mezzo, il profitto di un rigenerato Sanna, la duttilità tattica e la corsa senza palla di Zivkovic. Un giocattolo che funziona. Si capisce che Bellotto ha studiato, cancellando i rancori da spogliatoio, è intervenuto e ha lasciato il segno. La Samp volpina, aspetta il momento per colpire, malgrado il pomeriggio troppo svolazzante di Flachi che non sembra ispirato come nei giorni migliori.
Il momento arriva al 37': Vasari è, da sempre, l'incubo del Napoli. Evidentemente è l'incubo di tutti, perchè ha il cambio di passo, la fantasia e la progressione per smazzare l'assist. Bocchetti si applica per tenerlo lontano dagli ultimi venti metri, ma la famosa svolta arriva: Vasari lavora un pallone con maestria, lo mette in mezo a rientrare, Baccin e Flachi si annullano a vicenda, Jovicic pretende un premio e vince l'angolino sinistro con un'esecuzione da centravanti vero. Qui De Canio medita: bisogna cambiare, la faccenda si complica. Un infortunio a Bigica (sospetta distrazione al quadricipite della gamba sinistra) facilita l'inserimento di Stellone al 42'pt. In realtà è la svolta invocata: fragili, portati a decentrarsi Graffiedi e (soprattutto) Rastelli, manca un punto di riferimento vero negli ultimi sedici metri.
Ma non basterebbe se non ci fossero soluzioni alternative sulle fasce. Il Napoli non ha un regista, deve sfondare in altro modo. De Canio lascia volare l'intervallo senza esibirsi, poi decide che la panchina va stretta a Jankulovski. Il ceco, l'uomo della partita. Anzi, l'uomo del pareggio. Rileva un anonimo Rastelli e si capisce che è arrabbiato con il mondo intero, si intuisce che ha un talento infinito. Entra, incide e fa la differenza. Neanche un giro di lancetta dalla sua irruzione che Jankulovski chiede e ottiene il triangolo da Stellone: è il 15', la chiusura è a colpo sicuro, la deviazione di Conte vale quanto un volo da palo a palo di Mondini.
La Samp ha un difetto. Ci sarebbero chilometri a disposizione per chiudere la partita, potrebbe sfruttare l'impaccio di Saber e la giornata nera di Bonomi che nella difesa a tre perde acqua e sbaglia gli appoggi più elementari. Niente. Eppure Bellotto si attiva: presenta Esposito per Vasari, si affida a Possanzini e concede la doccia a Jovicic. In realtà, i famosi scattisti si perdono in un imbuto e non finalizzano comode ripartenze, da tre contro uno. Peccato non veniale: la Samp arretra e non colpisce in contropiede, sembra un messaggio allarmante. Lo è. De Canio sgancia anche Sesa, finisce la partita di Bocchetti: non è soltanto un Napoli a trazione anteriore, è un Napoli disperato. Comunque, più ordinato, più geometrico, in befinitiva piacevole. Il pareggio è scritto: al 31' Saber va al servizio da destra, una delle poche cose buone, Stelone buca l'impatto, Sakic russa e Montezine tocca morbidamente prendendo in controtempo Mondini. Il Napoli potrebbe addirittura togliersi il famoso sfizio: Jankulovski imperversa e trasmette adrenalina ai compagni. Una botta di Sesa tiene alta la concentrazione di Mondini; trenta secondi e Montezine cerca l'assist da sinistra, Stellone si alza in volo ma non ci arriva per una questione di centimetri. Insomma il Napoli non fa bisboccia come era successo a Terni e Padova. Ma onora il pomeriggio: certe partite, quando nascono male, si possono anche perdere. E siccome ci resta negli occhi il secondo tempo, comprendiamo l'ottimismo di De Canio che sottolinea "ripartiamo da quello". Il Napoli deve ripetere subito: giovedì contro il Vicenza che sbarcherà a Benevento reduce da un'umiliante lezione e terrorizzato dal Modena.
 
MANCINI 6

 
Sembrerà strano, ma si limita all'ordinaria amministrazione. Gli va bene perchè la Samp non concretizza almeno tre ribaltamenti.
LUPPI 6.5 Concentrato, concreto. Ci mette il mestiere e la volontà.
BONOMI 5

 
Un mezzo disastro. Tiene la posizione, am peggiora alla distanza con scelte opinabili e con appoggi elementari sbagliati.
SABER 5.5

 
Arruffone, impreciso, non certo il marocchino che sa fare la differenza. Rimedia parzialmente con il cross che propizia il pari.
BOCCHETTI 5.5


 
Sbaglia un gol possibile in apertura e forse il morale crolla. poi si preoccupa troppo di Vasari e non sale, al punto che alla prima occasione l'avversario lo infila (25'st Sesa 6: Più vivo del solito, cerca la porta dalla distanza).
BACCIN 6
 
Non si distingue per idee particolarmente brillanti, ma almeno si applica nella zona di Zivkovic.
BIGICA 5.5

 
Esce per infortunio dopo una recita insipida (42'pt Stellone 6: Si batte, cerca la profondità, si lancia nelle mischie. Crescerà).
MAGONI 6
 
Un passo indietro rispetto alle recenti prestazioni. Leone indiscutibile, ma qualche volta il motore gira a vuoto.
MONTEZINE 6.5

 
Una cosa va rimarcata: c'è sempre. Magari si concede qualche pausa, però ha i lampi che fanno la differenza. Il gol dell'1-1, per esempio.
GRAFFIEDI 6 Si adatta, si batte, si applica. Ma non tira in porta.
RASTELLI 5

 
Stranamente impalpabile, mai un'idea (14'st Jankulovski 7: Di un altro pianeta. Entra e si accendono le lampadine del Santa Colomba. Se capisc che la B può regalargli il Mondiale si caricherà il Napoli sulle spalle).

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