IL TARALLO

L’etimologia della parola “tarallo” non è certa, ma vengono avallate numerose ipotesi. Potrebbe derivare dal latino “torrere”, abbrustolire, o dal francese “toral”, essiccatoio, ma la teoria forse più attendibile è quella che derivi dal greco “daratos”, parola che veniva usata per indicare una qualità di pane.
La sua diffusione si allarga a macchia d’olio verso la fine del ’700, soprattutto nei ceti più poveri. All’inizio i fornai preparavano il tarallo utilizzando gli scarti della pasta usata per il pane e, dopo averla arricchita con dello strutto e del pepe, gli davano la forma di una ciambella e la mettevano in forno. Successivamente, nell’800, l’impasto venne arricchito con le mandorle e nasce anche la figura del “tarallaro”, oggi scomparsa, ovvero colui che girava per le strade della città con lo scopo di vendere questo dolce.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Aiuto

2003-2023 © Napoligrafia