
Dalla terra al cielo: Lucia Ausilio presenta un gruppo di opere che ruota intorno alla scultura in terracotta esposta nella Sala del Capitolo, La coppa (hara), raffigurante le pelvi. Secondo la filosofia yoga il pavimento pelvico è infatti il centro dell’energia vitale e la sede del benessere fisico e psicologico, di cui vanno ricercati l’unione e l’equilibrio. La sfera materiale, la terra, è in continua tensione verso la sfera spirituale, il cielo, e diventa così snodo simbolico che unisce le due dimensioni. Le grandi teste esposte nel Chiostro Piccolo, del ciclo Root to rise, rappresentano il forte rapporto con le radici e con la materia: «terra informe che si trasforma tra le mani, modellata, accarezzata, imperfetta e vera come la vita. Da essa le figure prendono forma e respiro: tra le antiche mura della Certosa organico e inorganico si incontrano, materia in divenire, un flusso ininterrotto, la vita la morte, il cielo la terra… Immobile movimento. Sul pavimento del Chiostro Piccolo, la rappresentazione grafica dello spazio architettonico delle volte è restituito in forma bidimensionale, un’opera site specific che simboleggia, ancora, l’aspirazione a unire la terra e al cielo, invertendo e confondendo i limiti spaziali del ‘sopra’ e del ‘sotto’.
Haecceitas. Stanze di colore: Massimo Latte, nell’ex Canonica, espone opere che dialogano con i colori e con lo spazio del monastero: alcune nuove ‘carte’ hanno per esempio, le stesse misure delle finestrelle passavivande, un dettaglio che rende suggestivo il dialogo tra le ampie superfici della Certosa, osservate e studiate dall’artista con certosina pazienza, e quelle piccole superfici sono dipinte su un fragile supporto, la bianca carta, che si trasforma in robusta materia sulla quale egli ha impresso il suo gesto minimo ed essenziale, quell’ecco qui unico ed ineguagliabile. L’autore traduce l’eccezionalità di un evento reale o spirituale, che irrompe per caso nella vita quotidiana, creando uno strappo nello spazio e nel tempo. Il titolo Ecceità, deriva dal latino haec, questa cosa, e designa, nella teologia scolastica di Duns Scoto e nella filosofia del divenire di Gilles Deleuze, ciò che è singolare e irripetibile, e, per questo, impersonale e perfetto. È qualcosa che ben conoscevano anche i certosini, che nelle proprie celle e negli orti conclusi compivano un percorso interiore di conoscenza, in cui si manifestava anche la bellezza e la perfezione del creato.
Inaugurazione: 8 settembre 2018, ore 11.30
Orario: martedì-giovedì 10.00 – 17.00; venerdì-domenica 10.00-18.00; chiuso lunedì
Ingresso: € 6