Tombola Storica del 1734 di Davide Brandi

Sabato 15 dicembre, presso la Sala della Casina Pompeiana di Palazzo Venezia a Napoli, si presenterà l’ultimo lavoro di Davide Brandi

presentazione Tombola StoricaSabato 15 dicembre 2018, alle ore 11.00, presso la Sala della Casina Pompeiana di Palazzo Venezia a Napoli, si presenterà l’ultimo lavoro di Davide Brandi, ovvero il libro “TOMBOLA STORICA del 1734″, un viaggio nella Napoli del ’700.
Lingua napoletana, letteratura, storia di Napoli e storia italiana ed europea, sociologia, economia, religione e religiosità, curiosità, aneddoti, leggende, un testo letterario e, come se non bastasse, tanti colori e una grande capacità di sintesi. E’ questo il libro di Davide Brandi. Cos’altro ci si potrebbe aspettare da un libro per dire che è proprio un bel libro? Così si passa dalle notizie relative alla storia del lotto nel mondo (dalle origini a oggi) a quelle del lotto napoletano con “intermezzi” preziosi riferibili alla letteratura e alla storia “nostra”. C’è qualcosa di più bello, del resto, da raccontare e da spiegare ai bambini e agli adulti a caccia di radici e orgoglio? Poche lingue al mondo hanno la dignità che ha la lingua napoletana con le sue radici greche, la sua storia che, al pari delle altre lingue neolatine, inizia oltre otto secoli fa e vanta tanti “testimoni” di una letteratura alta e anche popolare che passa per i Giambattista Basile (il vero padre di Cenerentola) e i Giulio Cesare Cortese, arriva ai Salvatore Di Giacomo, ai Ferdinando Russo o ai Libero Bovio e poi fino agli Eduardo, ai Totò, ai Troisi e ai Daniele e magari fino ai cantanti e ai poeti di domani con una certezza: la lingua napoletana è ancora viva e abbiamo il diritto e il dovere di farla continuare a vivere. Magari conoscendone storia e grammatica, magari frequentando un corso di lingua napoletana o leggendo un libro come questo.
In questo senso, allora, questo libro è anche altro: è anche un manifesto delle attività di Davide Brandi e degli amici dell’associazione “I Lazzari”. Per far conoscere la storia e le caratteristiche (grammatica e suoni, regole per la lettura e, soprattutto, per la scrittura) della lingua napoletana in fondo non servono certificazioni nazionali o internazionali (pur gradite come quella dell’Unesco): serve di più gente che, come Brandi e i Lazzari o (per sintetizzare) “il lazzaro Brandi”, si rimbocchi le maniche e, ricerca dopo ricerca, corso dopo corso, libro dopo libro, racconti e spieghi che cosa fu, che cosa è, che cosa sarà la lingua napoletana. Ecco, allora, tornando al testo, la storia di quella prima estrazione seicentesca di una cinquina e la storia delle altre estrazioni si unisce a quella della vita quotidiana del tempo magari tra scelte politiche e terremoti, anniversari, feste o matrimoni o anche tensioni tra Stato e Chiesa (e le prime – purtroppo attualissime – denunce di “ludopatie” insieme alle sapienti mediazioni di Padre Rocco). Ecco, allora, quei numeri che scandiscono il tempo della storia (l’arrivo di Carlo di Borbone, l’invasione francese del 1799, il ritorno di Ferdinando…). Ecco le notizie sui diversi aspetti amministrativi (significativa, in particolare, la riorganizzazione del 1816) collegati alla beneficenza (in particolare “maritaggi”/doti per le ragazze bisognose) fino alle (finte) abolizioni garibaldine e alle “omologazioni” post–unitarie. Numerosi gli aspetti affascinanti e intriganti quando si parla, ovviamente, del lotto a Napoli (tra “cabalisti, indovini, visionari, sognatori e provvidenziali”) e di quella magica e misteriosa “trasformazione” dei fatti (quelli di cronaca come quelli personali o quelli legati ai sogni) in numeri, una “trasformazione” che ancora oggi, spesso, caratterizza la vita di tanti Napoletani. Ecco anche la storia di uno dei protagonisti della scena settecentesca napoletana, compresa quella del lotto: quel famoso Padre Rocco al quale l’autore dedica giustamente uno spazio adeguato. Tra i suoi presepi, i suoi (efficacissimi) impianti di illuminazione urbana e i suoi piccoli miracoli, Padre Rocco fu una figura di grande carisma che sapeva collocarsi tra la corte –presso la quale era molto amato e il popolo, dal quale era altrettanto amato. Al centro del libro una barocca, napoletana/basiliana “tombola storica napulitana” del 1734 “a llengua napulitana su testi classici napoletani dal ’200 all’800 e su testi scritti da Davide Brandi”: un testo letterario in un’ottima lingua napoletana ma anche una sorta di “guida” per giocare alla (vera) tombola napoletana. Per finire, poi, la parte più importante del libro (e del gioco del lotto): i numeri con tutti i significati (tanti, quelli veri, quelli antichi, quelli originari e profondamente legati alla nostra storia) accompagnati da disegni a colori, proverbi e citazioni tratte dai più grandi autori della storia della letteratura napoletana.
Non ci tocca che leggere ed estrarli quei numeri, a partire da quel numero 1 che non è più “l’Italia”, come ci hanno abituati a dire da 150 anni, ma è, metaforicamente e storicamente,”‘O sole”, in una sorta di augurio che possiamo anche sintetizzare con una frase: “Bbona lettura a tutte ‘e Napulitane e a tutte ‘e furastiere… sempe cu na bbona salute e cu na bbona sciorta”!

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