I giorni delle calende

Dal 12 al 20 dicembre, presso il Centro di Cultura “Domus Ars” di Napoli, si terrà la IX edizione della rassegna teatrale a cura di Carlo Faiello

Giorni Delle Calende 2019Dal 12 al 20 dicembre 2019, presso il Centro di Cultura “Domus Ars” di Napoli, si terrà la IX edizione de “I giorni delle calende”, rassegna teatrale a cura di Carlo Faiello, realizzata attraverso un percorso accidentato e retroso, intrecciando gli ambienti più vivaci dell’arte e del teatro napoletano nel ’700.
Le Calende, secondo la Tradizione Popolare del Sud Italia, sono i giorni dell’anno dal 13 al 24 dicembre (Le Diritte) e dal 26 dicembre al 4 gennaio (le Rovesce) durante i quali i contadini, osservando il tempo atmosferico di tale periodo, facevano previsioni per quello dell’anno successivo. Era questo, un modo empirico, in uso nelle campagne del Meridione per tramandare ai giovani la conoscenza, la memoria e la sapienza degli anziani.
Molti saranno gli artisti che parteciperanno alla rassegna in programma, tra questi tantissimi giovani. Una rassegna di spettacoli teatrali e musicali con un ventaglio variegato di proposte di repertorio: dal classico al contemporaneo.

Programma
12 dicembre, ore 20:00 – ‘A ROTA
13 dicembre, ore 20:00 – SCATTI
17 dicembre, ore 20:00 – IL DIAVOLO E LA CONSERVA DEL MOSTO
18 dicembre, ore 20:00 – STRAFÀUST
19 dicembre, ore 20:00 – SOIRÈE NAPOLETANA Matteo Mauriello
20 dicembre, ore 20:00 – TROIANE Figlie di un Dio Minore?


A ROTA Con Marianita Carfora/ Ramona Tripodi; drammaturgia e regia Ramona 丁ripodi; aiuto regia Matteo Giardieio; disegno suono Andrea Canova; disegno luci Sebastiano Cautiero.
‘A Rota eèuno spettacolo la cui drammaturgia, nasce mescolando la leggenda della Madonna dalle scarpe rotte con la storia della Ruota degli Esposti dell’Annunziata nel cuore di Forcella, quartiere storico napoletano. E’ uno spettacolo sull’abbandono e sull’amore. E’ una storia sugli ultimi. Sul valore della vita e sulla sua dignita. La ruota o Rota degli Eposti era il luogo dove si abbandonavano i neonati indesiderati. Facendo girare la ruota, la parte con l’infante veniva immessa nell’interno. Anche Telluccia e entrata cosi nell’Annunziata. Anche se la ruota era stata chiusa nel 1875, non aveva mai smesso di girare. Di accogliere gli indesiderati. Lo spettacolo è ambientato nel Giugno del ’46. Al Referndum del 2 giugno hanno votato anche le donne e per questo a Telluccia sembra un sogno possibile che l’ltalia diventi una Repubblica. La Città e la popolazione portano le ferite dei bombardamenti della guerra e delle promesse infrante di una ricostruzione che non c’è mai stata. Dove anche il Vesuvio ha voluto dire la sua. Una Napoli che si è rimboccata le maniche e si è liberata da sola. E adesso più che mai, con la fame e con la guerra i figli sono per chi se li puo permettere e c’è un gran da fare per la Madonna dalle scarpette rotte che notte dopo notte va in giro consumandone le suole per vegliare sui i suoi figli: i bimbi dell’Annunziata. Anche quando vengono adottati lei non smette di vegliare su di loro. Per molti una leggenda, ma per Telluccia no. Per lei è la realtà.

SCATTI
Scritto e diretto da Pippo Cangiano; Organizzazione: Pippo Cangiano Jr; Con: Maria Teresa Iannone, Daniela De Vita, Maria Elena Dente, Chiara De Simone, Domenico Palmiero, Simone Somma, Leonardo Di Costanzo e Riccardo Citro.
“Il mio progetto Scatti é nato nel 2011. A prescindere dalla modalità di messinscena e dal valore variegato dello stile drammaturgico, é prevalentemente uno spettacolo vetrina. Gli attori che vi partecipano mostrano in tre giostre teatrate tutte le sfumature recitative del proprio talento. Scatti é uno spettacolo che coinvolge per tutta la sua durata gli spettatori che vengono, confusi, insospettiti, divisi, suddivisi e sollecitati a seguire dei portatori parlanti e poche luci nel buio e in direzioni diverse. Perdendo il senso del tempo e dello spazio vengono condotti, spesso seduti ma spessissimo in piedi, faccia a faccia con sorprendenti visioni sonore e spesso estreme. Quello che si vede e si ascolta, vuoi che sia ludico o e che sia concettuale e profondo, ha il solo scopo di mettere in mostra le abilità stilistiche degli attori che vi partecipano.” Pippo Cangiano

IL DIAVOLO E LA CONSERVA DEL MOSTO
Storie di un paese del sud prima che arrivi Natale; testi e musiche di Gennaro Monti; con Sonia De Rosa (voce e prosa), Gennaro Monti (chitarra, voce e prosa), Davide De Rosa (plettri).
“Io, Sonia e Davide, portiamo “in giro” un progetto che ha per titotolo “Storie storte di paese”. Con questo viaggio raccontiamo la vita di un paese sperduto della Calabria, raccontiamo i tormenti, le patenze, i fatti e i misteri di una terra magica e di un “incrocio misterioso di religioni” che inquinano la cultura di concetto di cultura contadina incentata e mutevole come le stagioni. Ogni volta affrontiamo un capitolo differente, questo “dipinge” a modo nostro, zingaro e singolare la notte prima del Natale. Siamo in un paesino pronto a mettere in “lucido” il presepe vivente ma dietro ogni luce c’è un “fatto da tacere”, una leggenda, una diceria che parte da un avvenimeto reale. Da un vecchio diario di mio nonno che faceva l’allevatore di bestiame ho conoscouto persone e “storie” che mi sono permesso di ricucire e rammendare…. creando un circo sospeso di personaggi che nascono da un ricordo per danzare nei posti dove ci ospitano

STRAFÀUST
di Massimo Maraviglia, con la Compagnia Cantieristupore, Massimo Finelli (Faust), Giovanni Scotti (Mefisto), Raimonda Maraviglia (Margherita), Lorenzo Sarcinelli (Allievo di Faust).
Strafàust è una scrittura originale che trova le sue radici ideative in quello che Jan Watt definisce in un suo noto saggio, uno dei miti dell’individualismo moderno: Faust. Più specificamente, il testo assorbe la sostanza narrativa dall’omonima opera di Goethe e, in piccole parti, anche da quella omonima di Marlowe, dal Doctor Faustus di Mann e da Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Strafàust, insomma, è l’erede degenere dei Faust che l’hanno preceduto. A differenza dei suoi predecessori, però, Strafàust ha già ottenuto e posseduto tutto, nulla più ha da rivendicare o da desiderare, nessun patto, nessun limite di tempo, nessuna condizione argina la sua infinita possibilità. Cosa accade allora quando nessun desiderio, nessun vincolo o necessità supporta una scelta? Questo è il principio tragicomico di Strafàust (che è un Faust strafatto, stracco, straniato, stramazzato, strabuzzante, stramorto, straniero persino a se stesso), che vaga anestetizzato nell’assenza di orizzonti, condannato a marcire in un’eternità venuta male, immobile e indifferenziata, conseguenza di un abuso di elisir di lunga vita tracannata a garganella. La via di fuga non è più grande di un fazzoletto, ma porta ad altri immaginari, altri modi d’intendere il potere, la cui cura è affidata agli eredi – ove mai ne abbia – di Strafàust.

SOIRÈE NAPOLETANA
Suggestioni in versi, prosa e musica. Con Matteo Mauriello – Marianita Carfora – Sossio Arciprete
Un viaggio attraverso storie, luoghi, e personaggi del nostro Sud che hanno segnato un’epoca, l’epoca delle emigrazioni, ma allo stesso tempo il secolo d’oro, la “belle epoque”. La Napoli di un tempo che fu… che ci sembra così lontana, ma che invece è così vicina, così presente nei nostri sguardi, nel nostro vissuto e nei nostri animi. Una passeggiata d’autore e raffinata attraverso scrittori, poeti e chansonnier che sono passati per di qui lasciandoci il cuore o semplicemente che ci sono nati, regalandoci pagine immortali di teatro, musica e poesia, patrimonio dell’umanità. “Soirèe Napoletana” traccia quindi un percorso storico di questo immortale e affascinante popolo che ha abitato vicoli, piazze, che ha dovuto abbandonare questo mare e questa terra per necessità e che ha infinitamente amato questa nostra meravigliosa città, dominatrice e dominata

TROIANE Figlie di un Dio Minore?
Testo di Iolanda Schioppi da Euripide. Regia di Iolanda Schioppi. In Scena Iolanda Schioppi, Agnese Laurenza, Caterina Giugno.
“Troiane, figlie di un Dio minore?”, è uno spettacolo teatrale in lingua napoletana, nato da uno studio che affonda le sue radici nella storia e nelle origini del teatro. L’autrice Iolanda Schioppi, pone le basi per una riflessione sul tempo e il suo ripresentarsi nel presente in maniera puntuale, come se l’umanità intera fosse prigioniera di un incantesimo da sciogliere. Il testo prende a pretesto il mito e la storia delle Troiane, per tessere un tessuto contemporaneo che da voce all’amore, alla vulnerabilità della condizione umana, al potere, alla distruzione, al desiderio di libertà, all’assoggettamento e al dolore struggente di chi non ha forza e voce per essere sentito o vendicato ponendo l’attenzione alla lotta contro ogni forma di dominio per la libertà individuale. Cogliendo l’eterno contemporaneo della civiltà classica, la storia delle Troiane si inserisce nel presente in un loop potente e disarmante attraverso voci di donne, condannate per contrappasso ad un destino cieco e disilluso, accentuato da una fede in un Dio che non è più salda. Lo spazio all’interno del quale le donne si muovono, è un circuito chiuso, una gabbia all’interno della quale si incontrano e scontrano, sollecitando interrogativi di natura etica, superati i quali, i confini che definiscono l’umanità sono destinati a vacillare. Una voce narrante è il fil rouge della storia di quattro nobili donne, uniche sopravvissute alla guerra di Troia, connesse da un comune destino: la schiavitù. Il senso della fine e della desolazione giunge al di là degli effetti della guerra, iscrivendosi tra le possibili derive verso la disumanità.


Ingresso €10; ridotto € 7. I giovani fino al 26° anno di età, gli over 60, possono acquistare i biglietti a prezzo ridotto. Prezzo ridotto anche per i gruppi organizzati da associazioni e circoli aziendali composti da un minimo di 6 persone. Abbonamento a 6 spettacoli €50, ridotto €35.

Per info: Domus Ars, Via Santa Chiara, 10 – Info e prenotazioni: 081.3425603 – infoeventi@domusars.it

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