AMICE, NON CREDITE A LE ZITELLE!


musicaGiovanni Paisiello testoFrancesco Cerlone data1770


 
Amice, non credite a le zitelle
quanno ve fanno squase e lli verrizze,
ca songo tutte quante trottatelle
e pe vve scortecà fanno fenizze.
 
Amici, non credete alle zitelle
quando ve fanno moine e capricci,
che sono tutte quante furbe
e per spolparvi fanno gentilezze.
 
Co lo bello e bello pallò,
co lo ndà e ndandera ndà.
La falanca1, si nn’è serunta,
non cammina, carcioffolà!
 
Con il bel parlare,
con lo ndà e ndandera ndà.
La trave1, se non è unta,
non scivola, carcioffolà!
 
Cheste non banno ascianno parolelle,
né grazia, né bertude, né bellizze,
ma vanno ascianno de levà la pelle
Quanno ve fanno a pompa li carizze.
 
Queste non chiedono belle parole,
né grazia, né virtù, né bellezze,
ma cercano di toglierti la pelle
quando vi fanno vistose carezze.
 
Co lo bello e bello pallò,
con lo ndà e ndandera ndà.
La campana senza battaglio
Comme diavolo vo’ sonà.
Con il bel parlare,
Co lo ndà e ndandera ndà.
La campana senza battaglio
come diavolo vuol suonare.

Il brano è la trascrizione di un canto popolare, che fu inserito all’interno della commedia per musica in tre atti “Le trame per amore”, che andò in scena per la prima volta il 7 ottobre 1770 al Teatro Nuovo. In epoca moderna la canzone è stata riproposta da Fausto Cigliano e Roberto Murolo.
1 Con il termine "falanca" o "falanga", si identifica la trave di legno su cui vengono fatte scorrere le imbarcazioni.

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