GLI SCUDETTI E LA COPPA UEFA

napoli coppa uefa 1989Sessantuno anni dopo la sua fondazione, il Napoli è Campione d'Italia. Lo allenava Ottavio Bianchi, il gelido tecnico che, raccontano amici, è in verità molto loquace. Le tappe della marcia trionfale passano da Brescia-Napoli 0-1 ad Ascoli-Napoli 1-1. Un solo giocatore, Claudio Garella, è già stato Campione d'Italia. Con la maglia del Verona. Il Napoli è la squadra che vince più gare in trasferta: sette. Tre scnfitte: a Firenze, a Milano contro l'Inter e a Verona. Mai una sconfitta in casa. Napoli imbattuto nelle prime 13 partite di campionato. La rosa comprendeva Garella, Ciro Ferrara (vent'anni, napoletano di Via Manzoni), Giuseppe Volpecina (terzino sinistro, da San Clemente di Caserta) Beppe Bruscolotti (il capitano), Moreno Ferrario (stopper arcigno). Quindi Alessandro Renica (libero moderno), Nando De Napoli (da Chiusano San Domenico, Alta Irpinia, detto "Rambo"). Poi Salvatore Bagni ("il tigre nel motore" idolo per combattività e grinta). In attacco, oltre a Diego, largo ai gol di Bruno Giordano, riciclato alla grande dopo lo scandalo del calcio-scommesse con la Lazio, e Andrea Carnevale, splendido uomo-gol. Splendido anche il campionato di Francesco "Ciccio" Romano, da Saviano (Napoli), perno del gioco. E di Luciano Sola e Gigi Caffarelli da Napoli, Raffaele Di Fusco, panchinaro discreto alle spalle di Garella, Tebaldo "Billy" Bigliardi, Ciro Muro (il Maradonino), Costanzo Celesini, il promettentissimo ma altrettanto sfortunato Massimo Filardi, difensore Salernitano, e l'altro napoletano Antonio Carannante. Peccato manchi solo Eraldo Pecci, romagnolo e grande regista, che l'anno prima decise di andarsene. Non bisogna dimenticare il medico Emilio Acampora, il fedelissimo, grande massaggiatore, Salvatore Carmando, magazzinieri, aiutanti, medici consulenti. L'anno è d'oro perchè il Napoli vince anche la Coppa Italia, a conferma di una supremazia assoluta.
Arriva Careca, brasiliano, e pure Alemao. Il Napoli potrebbe dominare per Anni in Italia, ma nel 1989 punta sulla vittoria in Europa, laddove non è mai arrivato. La notte magica è quella del 17 Maggio, a Stoccarda. Il Napoli pareggia 3-3, ma è sufficiente grazie al 2-1 dell'andata con reti di Gaudino (Nativo di Frattaminore, Napoli, ma figlio di emigrati in Germania), Maradona su rigore e Careca. Nell'incontro di ritorno segna Alemao al 19', pareggia Klinsmann al 29', Ferrara segna il 2-1 al 40' e Careca il 3-1 al 61. De Napoli è sfortunato nell'autogol del 2-3 al 68' e Schmaeler segna il 3-3 all'ultimo minuto.
La formazione del Napoli è: Giuliani, Ferrara, Francini, Corradini, Alemao (Carannante), Renica, Fusi, De Napoli, Careca (Bigliardi), Maradona, Carnevale. Allenatore: Bianchi. Il secondo scudetto potrebbe essere datato prima, ma una prodigiosa rincorsa del Milan sancisce il trionfo della squadra rossonera che l'1 Maggio supera il Napoli al San Paolo. Si parla di calcio-scommesse, giocatori che non s'impegnano. Bianchi sbuffa. Insomma, è necessaria una rivoluzione che Ferlaino attua senza Tentennamenti, rinunciando A bianchi e affidando la squadra ad Albertino Bigon. Questi, etichettato come il figlio di Rocco, vince. Il suo schema prevede un difensore alle spalle degli altri (Corradini) e davanti a Giuliani. I marcatori Ferrara (a destra), Baroni (al centro) e Francini (a sinistra). I centrocampisti, da destra a sinistra, così disposti: De Napoli, Alemao, Crippa. Maradona alle spalle di Careca e Carnevale. L'avventura inizia in Napoli-Ascoli 1-0 (gol di Crippa) e finisce con Napoli-Lazio 1-0 (gol di Baroni). Stavolta, però, si invertono le parti tra Napoli e Milan. Sono glia azzurri a superare il Milan, alla penultima giornata, sconfitto a Verona, mentre il Napoli vince a Bologna. Maradona, spesso e volentieri non s'allenava. Ma proprio Maradona, pensando al mondiale del '90 in Italia, in primavera si mette in riga, si fa preparare una tabella di allenamento dal professor Dal Monte, insomma vola. E mette le ali al Napoli. Mai felici le avventure del Napoli in Coppa dei Campioni. Eliminato sempre troppo presto. Questione d'esperienza. Finì male contro il Real Madrid nell'87, finì male contro lo Spartak Mosca, in una notte gelida, con Maradona relegato in panchina ed arrivato a Mosca con un aereo privato.
Nel frattempo, Maradona aveva perduto il mondiale di Italia '90 in finale contro la Germania che godette di un rigore trasformato da Brehme a pochi minuti dalla fine. Maradona fu fischiato mentre, singhiozzante come un bambino, raccoglieva la medaglia da piazzato. Figuraccia di un'Italia becera allo stadio Olimpico.

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