Domenica 23/10/2005 – Nona giornata -
 
Napoli, il pari è d'oro.
Fanesi riagguanta Calaiò. Ma Reja stacca la Sangiovannese in vetta.
 
MARTINA – NAPOLI 1 – 1 (3389 spettatori)

Arbitro: Scoditti di Bologna.
Guardalinee: Chiarella e G. Bianchi.

MARTINA (3-4-1-2): Mancini, Pedotti, Lisuzzo, Cardinale, Tassone (46'st Del Tongo), Campolattano, Gentilini, Colombaretti, Cardascio (39'st Cavalieri), Fanesi, Da Silva (17'st Silvestri).
Panchina: Pirchio, Rannellucci, Coletti, Luciani. All. Trillini.
NAPOLI (4-3-3): Iezzo, Grava, Romito, Maldonado, Savini, Montervino (39'st Grieco), Montesanto, Bogliacino, Capparella (23'st Amodio), Pià (1'st Sosa), Calaiò.
Panchina: Gianello, Giubilato, Gatti, Vitale. All. Reja.

MARCATORI: 27'pt Calaiò (r), 28'pt Fanesi.

Una battaglia. Niente di epico, per carità. Comunque, battaglia vera, vibrante. Mal gestita dal direttore di gara, che ha smesso in pratica di arbitrare al 27' del primo tempo. Un attimo dopo la concessione al Napoli di un calcio di rigore. Calaiò messo giù da uno spintone di Cardinale, Calaiò stesso a bersaglio, in mezzo alle proteste dei giocatori del Martina e alla disapprovazione del pubblico Martinese, appassionato, esuberante, euforico, trascinatore. Uno dei segreti dell'imbattibilità interna del Martina,conservata anche nell'occasione più delicata. Un anno senza sconfitte allo stadio Tursi, l'anniversario è il 7 novembre. Sinistro pieno di Calaiò, esecuzione di potenza e precisione, pallone nell'angolo destro e ritorno al gol dell'attaccante a capo di una controversa astinenza lunga 59 giorni.
Una squadra sola al comando, il Napoli. Dal fuoco di una battaglia senza esclusione di colpi, è riemerso in compagnia di alcuni dati. Importanti, fondamentali: la leadership in solitudine, il distintivo di unica squadra imbattuta del campionato, l'acquisizione completa degli argomenti consoni alla C1. Carattere, grinta, cattiveria. Le prerogative del Martina, che s'è confermato sul suo campo una signora squadra, assistita e sostenuta dal suo martellante popolo tifoso. Immediato il pareggio, meritato alla luce dell'andamento del primo tempo; poi un tantino largo, per quanto di buono il Napoli è riuscito a confezionare nella ripresa, vuota solo di gol. La canzone del Napoli, purtroppo un disco che gira. Martina degno, all'altezza. Immediato aggancio dell'avversario, appena un minuto dopo, il tempo di un sospiro, è stato salutato dal pubblico martinese con un'autentica ovazione. Questo il valore attribuito al punto e alla prestazione dall'entusiasta tifoseria pugliese. L'ovazione anche a mo' d'abbraccio, grazie ragazzi, grazie Trillini. Rispettata la legge del Tursi, non è cosa di tutti i giorni costringere al pareggio il Napoli, avversario evidentemente regale a questi livelli, seguito a Martina da un migliaio di fan. Calaiò a bersaglio di rigore e Fanesi? Pareggio da palla inattiva, la specialità della casa. Sul calcio di punizione da sinistra, quattro volte il Martina ha tentato di violare Iezzo, nella circostanza impegnato in una sortita imprecisa in elevazione, e quattro volte Maldonado e gli altri hanno ricacciato il pallone sulla linea di porta. Fanesi, alla fine, ha trovato la zampata ravvicinata vincente, al 28' della prima parte. Napoli con tre centrocampisti e il tridente. Martina con due attaccanti, privo del fosforo di Mitri. Curiosa la posizione di Colombaretti, spesso attestato in linea con i tre difensori. Sulla trequarti, l'ispirato imperversante Cardascio, un problema serio per Montesanto. Abili Da Silva e Fanesi ad andare incontro al portatore amico. Fanesi alla conclusione, nulla di particolarmente insidioso, però. Mancini, il portiere della squadra pugliese, chiamato al contrario ad attingere il meglio dal repertorio personale. Montervino puntuale nel taglio, robusta la conclusione in diagonale, stornata in angolo dal portiere. Come pure l'incornata di Calaiò, armato da Capparella. Mani provvidenziali, Mancini non è un modello quando è chiamato ad intervenire con i piedi. Il fallo da rigore su Calaiò originato appunto da una sua svirgolata.
Martina camaleonte, pronto a cambiare pelle. Il tourbillon e quello che il mitico Fascetti amava definire "il casino organizzato". Da Silva all'altezza nelle assistenze, non nelle conclusioni. Una ciabatta il tiro da posizione invitante, in chiusura di tempo. Chiamato alle armi, obbligato alla battaglia da avversari tignosi, il Napoli ha risposto presente. Potente la sua voce, neanche un tremolio. Tutta sua la ripresa, interrotta da un paio di volate con conclusioni sbilenche di Da Silva. Momenti di apprensione nel campo opposto ha seminato Sosa, subentrato a Pià nell'intervallo. Il Pampa le ha prese tutte, di testa. Tanto Napoli nel secondo tempo; generoso, applicato, tenace, il Martina. Contestato dal popolo locale e dai napoletani, l'arbitro s'è reso colpevole di un'omissione; pallonetto di Capparella, il pallone oltre il portiere, Mancini è rovinato addosso all'attaccante del Napoli, al 9'st. Fallo da rigore è sembrato dalla tribuna. Al Napoli è mancato solo il gol della vittoria, non una cosa da poco. Le sprizzate di Sosa, il sinistro di Bogliacino intercettato da Mancini e soprattutto Maldonado: conclusione ravvicinata dopo una prodezza del portiere pugliese, Lisuzzo sulla linea di porta ha respinto il pallone e il Napoli, solo in vetta, per la prima volta in questo campionato.
 
IEZZO 5.5
GRAVA 5.5
ROMITO 6.5
MALDONADO 6.5
SAVINI 5.5
MONTERVINO 6 (45'st Grieco sv)
MONTESANTO 5.5
BOGLIACINO 6.5
CAPPARELLA 6 (23'st Amodio 6)
PIA' 5 (1'st Sosa 6)
CALAIO' 6.5

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