Chiesa al Cavone di San Vincenzo
Storia e descrizione
La Chiesa al Cavone di San Vincenzo (o dell’Immacolata e San Vincenzo) si trova in Piazzetta San Vincenzo.
La chiesa e l’annesso convento vennero costruiti nel XVIII secolo, quando padre Gregorio Maria Rocco decise di fondare nel 1736 un complesso per ospitare fino a circa 250 ragazze, dove già era presente un antico eremo dei Padri Camaldolesi, fondato nel 1590 da Giovan Battista Crispo. Nella zona già esisteva una chiesa intitolata a Santa Maria di Nazareth (che si trova al di sotto della struttura odierna), che fu sostituita nel 1758 da quella nuova realizzata da Bartolomeo Vecchione.
Intorno alla metà del secolo successivo, l’intero complesso venne restaurato dall’architetto Zanotti che costruirà il terzo piano. Lo stesso fu poi incaricato di eseguire dei nuovi interventi per riparare ai danni del terremoto del 16 dicembre 1857. L’ultimo intervento è datato 1861, ad opera dell’architetto Sirignano.
Successivamente, la chiesa venne chiusa e abbandonata, con una parentesi tra il 1975 e il 1984, mentre il solo convento rimase aperto fino al 1988 per essere utilizzato per attività assistenziali.
La facciata è anticipata da una scalinata a doppia rampa, con il portale d’ingresso sormontato da un tondo in cui sono scolpiti San Vincenzo Ferrer e l’Immacolata.
L’interno, decorato con stucchi di epoca settecentesca, custodisce un dipinto di Pietro Bardellino del 1754 che raffigura San Vincenzo che raccomanda alla Madonna alcune orfanelle e i monumenti funebri di Francesco Pagano (1741) e Sabato Manso (1747) che donò i propri fondi per la costruzione della chiesa). Secondo la leggenda, al di sotto dell’ipogeo della chiesa, dove si trovano gli antichi ambienti della precedente chiesa di Santa Maria di Nazareth vi sarebbe una grande area cimiteriale che venne utilizzata per seppellire i corpi dei morti durante la peste del 1656.
La chiesa e l’annesso convento vennero costruiti nel XVIII secolo, quando padre Gregorio Maria Rocco decise di fondare nel 1736 un complesso per ospitare fino a circa 250 ragazze, dove già era presente un antico eremo dei Padri Camaldolesi, fondato nel 1590 da Giovan Battista Crispo. Nella zona già esisteva una chiesa intitolata a Santa Maria di Nazareth (che si trova al di sotto della struttura odierna), che fu sostituita nel 1758 da quella nuova realizzata da Bartolomeo Vecchione.
Intorno alla metà del secolo successivo, l’intero complesso venne restaurato dall’architetto Zanotti che costruirà il terzo piano. Lo stesso fu poi incaricato di eseguire dei nuovi interventi per riparare ai danni del terremoto del 16 dicembre 1857. L’ultimo intervento è datato 1861, ad opera dell’architetto Sirignano.
Successivamente, la chiesa venne chiusa e abbandonata, con una parentesi tra il 1975 e il 1984, mentre il solo convento rimase aperto fino al 1988 per essere utilizzato per attività assistenziali.
La facciata è anticipata da una scalinata a doppia rampa, con il portale d’ingresso sormontato da un tondo in cui sono scolpiti San Vincenzo Ferrer e l’Immacolata.
L’interno, decorato con stucchi di epoca settecentesca, custodisce un dipinto di Pietro Bardellino del 1754 che raffigura San Vincenzo che raccomanda alla Madonna alcune orfanelle e i monumenti funebri di Francesco Pagano (1741) e Sabato Manso (1747) che donò i propri fondi per la costruzione della chiesa). Secondo la leggenda, al di sotto dell’ipogeo della chiesa, dove si trovano gli antichi ambienti della precedente chiesa di Santa Maria di Nazareth vi sarebbe una grande area cimiteriale che venne utilizzata per seppellire i corpi dei morti durante la peste del 1656.
Dove si trova - mappa