Chiesa dell’Immacolata a Capodichino
Storia
La Chiesa dell’Immacolata a Capodichino si trova in Piazza Giuseppe Di Vittorio.
I lavori per la costruzione della chiesa furono avviati nel 1857, dopo che da molti anni gli abitanti del luogo chiedevano un luogo di culto per soddisfare le proprie esigenze. La leggenda vuole che il re Ferdinando II di Borbone, il giorno prima di recarsi nella zona (era il 7 dicembre 1856), fu avvertito da un frate (Fra’ Luigi di Sant’Antimo) che, tramite una visione in sogno, la Madonna gli aveva rivelato che qualcuno stava tramando alle spalle del re. Così, il giorno dopo, il sovrano si presentò presso il cosiddetto Campo di Marte dove doveva assistere alle esercitazioni dell’esercito, ma, per precauzione, indossò un giubbotto di ferro al di sotto dell’uniforme. Così, quando un soldato (tale Agesilao Milano, un rivoluzionario che si era arruolato solo per attentare alla vita del re) attuò il suo proposito omicida, il re si fece trovare preparato e riuscì a sopravvivere. Così, fu proprio lo stesso sovrano ad accelerare le pratiche per la costruzione della chiesa, da dedicare all’Immacolata Concezione: il 2 e 3 agosto 1857 si svolsero le cerimonie per la posa della prima pietra e l’edificio venne concluso nel 1862.
Nel corso della storia la chiesa ha subito importanti restauri, che ne hanno alterato l’aspetto originario. Solo la sagrestia e il campanile non hanno subito modifiche.
I lavori per la costruzione della chiesa furono avviati nel 1857, dopo che da molti anni gli abitanti del luogo chiedevano un luogo di culto per soddisfare le proprie esigenze. La leggenda vuole che il re Ferdinando II di Borbone, il giorno prima di recarsi nella zona (era il 7 dicembre 1856), fu avvertito da un frate (Fra’ Luigi di Sant’Antimo) che, tramite una visione in sogno, la Madonna gli aveva rivelato che qualcuno stava tramando alle spalle del re. Così, il giorno dopo, il sovrano si presentò presso il cosiddetto Campo di Marte dove doveva assistere alle esercitazioni dell’esercito, ma, per precauzione, indossò un giubbotto di ferro al di sotto dell’uniforme. Così, quando un soldato (tale Agesilao Milano, un rivoluzionario che si era arruolato solo per attentare alla vita del re) attuò il suo proposito omicida, il re si fece trovare preparato e riuscì a sopravvivere. Così, fu proprio lo stesso sovrano ad accelerare le pratiche per la costruzione della chiesa, da dedicare all’Immacolata Concezione: il 2 e 3 agosto 1857 si svolsero le cerimonie per la posa della prima pietra e l’edificio venne concluso nel 1862.
Nel corso della storia la chiesa ha subito importanti restauri, che ne hanno alterato l’aspetto originario. Solo la sagrestia e il campanile non hanno subito modifiche.
Descrizione
La facciata, anticipata da sette scalini, è divisa in due ordini. In basso, troviamo il portale d’ingresso e delle lesene con capitelli in stile ionico. In alto, si apre un rosone rettangolare con ai lati le statue dei Santi Pietro e Paolo, sormontato da un timpano triangolare nel quale è posto un bassorilievo rappresentante l’Immacolata accerchiata da angeli. Sul fronte che divide i due ordini è posta l’iscrizione IMMACOLATAE DEPARAE VIRGINI DICATUM (dedicata alla Vergine Immacolata).
L’interno si presenta a navata unica, con quattro cappelle laterali per lato, aggiunte solo durante i lavori di ampliamento del 1945 e note per custodire numerose statue. Nella prima cappella di sinistra è posta la statua di San Michele, opera settecentesca proveniente dalla cappella degli Ebdomanari, demolita nel 1813 durante i lavori di sistemazione della strada di Capodichino. Le altre tre cappelle del lato sono dedicate rispettivamente a Santa Lucia, Sant’Antonio e alla Madonna di Pompei.
A sinistra, nella prima cappella, si trovano le statue lignee dell’Addolorata e di San Giuseppe, costruite dalla comunità francescana nel XVIII secolo. Di seguito, sempre sul lato destro, è posta la statua del Sacro Cuore di Gesù e, in una cripta posta al di sotto di quest’ultima, un’altra raffigurante Santa Maria Goretti. Poi, una statua di Sant’Anna, una di San Francesco e un quadro di Santa Rita e, infine, nell’ultima cappella una tela antica che rappresenta Maria, Madre del Buon Consiglio.
Ai lati dell’ingresso sono posti due dipinti: a destra quello raffigurante San Giovanni Vianney, detto il curato d’Ars, e a sinistra quello con i Santi Cosma e Damiano. In fondo alla navata si trova l’altare maggiore, in marmo, su cui è posta la statua in legno dorato di Maria Santissima Immacolata, scolpita da Francesco Caputo nel 1820 su commissione del sacerdote Don Antonio Ventriglia, raffigurata con la lancia nella mano destra e il Bambin Gesù nella sinistra.
Nella sagrestia sono conservati la copia del dipinto di Salvatore Fergola raffigurante la cerimonia della posa della prima pietra (l’originale è custodito al Museo di San Martino a Napoli) e il bozzetto della gloria di Maria SS. Assunta in cielo del pittore Gaetano Mormile
che doveva essere posto sulla volta, ma che non fu mai realizzato a causa del crollo di quest’ultima durante i lavori.
L’interno si presenta a navata unica, con quattro cappelle laterali per lato, aggiunte solo durante i lavori di ampliamento del 1945 e note per custodire numerose statue. Nella prima cappella di sinistra è posta la statua di San Michele, opera settecentesca proveniente dalla cappella degli Ebdomanari, demolita nel 1813 durante i lavori di sistemazione della strada di Capodichino. Le altre tre cappelle del lato sono dedicate rispettivamente a Santa Lucia, Sant’Antonio e alla Madonna di Pompei.
A sinistra, nella prima cappella, si trovano le statue lignee dell’Addolorata e di San Giuseppe, costruite dalla comunità francescana nel XVIII secolo. Di seguito, sempre sul lato destro, è posta la statua del Sacro Cuore di Gesù e, in una cripta posta al di sotto di quest’ultima, un’altra raffigurante Santa Maria Goretti. Poi, una statua di Sant’Anna, una di San Francesco e un quadro di Santa Rita e, infine, nell’ultima cappella una tela antica che rappresenta Maria, Madre del Buon Consiglio.
Ai lati dell’ingresso sono posti due dipinti: a destra quello raffigurante San Giovanni Vianney, detto il curato d’Ars, e a sinistra quello con i Santi Cosma e Damiano. In fondo alla navata si trova l’altare maggiore, in marmo, su cui è posta la statua in legno dorato di Maria Santissima Immacolata, scolpita da Francesco Caputo nel 1820 su commissione del sacerdote Don Antonio Ventriglia, raffigurata con la lancia nella mano destra e il Bambin Gesù nella sinistra.
Nella sagrestia sono conservati la copia del dipinto di Salvatore Fergola raffigurante la cerimonia della posa della prima pietra (l’originale è custodito al Museo di San Martino a Napoli) e il bozzetto della gloria di Maria SS. Assunta in cielo del pittore Gaetano Mormile
che doveva essere posto sulla volta, ma che non fu mai realizzato a causa del crollo di quest’ultima durante i lavori.
Dove si trova - mappa