Chiesa di Santa Maria del Parto
Storia e architettura
La chiesa di Santa Maria del Parto è ubicata in via Mergellina.
La sua storia comincia nel 1499, quando re Federico d’Aragona donò a Jacopo Sannazaro la villa di Margellina. Qui, il poeta napoletano, costruì una torre, la sua dimore e due cappelle, una dedicata alla Vergine e l’altra a San Nazario, che, nel corso degli anni, voleva arricchire con numerose opere d’arte. Non contento delle due cappelle, progettò di costruire una chiesetta più grande, con al di sotto un succorpo. Così, nel 524, la parte inferiore era già completata e, nel 1529, dopo che la torre venne distrutta durante l’assedio francese del 1528, donò ai Padri di santa Maria dei Servi la chiesa quasi completa che, in seguito, venne denominata “del Parto” in onore del poeta, che in vita era stato l’autore del poema “De
partus Virginis” (Il parto della vergine).
La sua storia comincia nel 1499, quando re Federico d’Aragona donò a Jacopo Sannazaro la villa di Margellina. Qui, il poeta napoletano, costruì una torre, la sua dimore e due cappelle, una dedicata alla Vergine e l’altra a San Nazario, che, nel corso degli anni, voleva arricchire con numerose opere d’arte. Non contento delle due cappelle, progettò di costruire una chiesetta più grande, con al di sotto un succorpo. Così, nel 524, la parte inferiore era già completata e, nel 1529, dopo che la torre venne distrutta durante l’assedio francese del 1528, donò ai Padri di santa Maria dei Servi la chiesa quasi completa che, in seguito, venne denominata “del Parto” in onore del poeta, che in vita era stato l’autore del poema “De
partus Virginis” (Il parto della vergine).
L'interno
All’interno della chiesa, con un’unica navata, nei pressi de coro si trova il sepolcro di Jacopo Sannazaro, realizzato da fra’ Giovann’Angelo Montorsoli da Poggibonsi e da Francesco del Tadda. La base presenta le armi gentilizie del poeta, con due angeli che sorreggono una lapide in ricordo dell’artista, scritta da Pietro Bembo. Sui piedistalli laterali, sono poste le statue di Minerva e Apollo, scolpite da Bartolomeo Ammannati. Al centro, due pilastri ricurvi sorreggono il sarcofaga, sul quale troviamo il busto del Sannazaro e due putti alati che sorreggono un libro e un elmo. Al centro del sepolcro, infine, è collocato un bassorilievo realizzato da Bartolomeo Ammannati e raffigurante Nettuno, Pan, Marsia e Ninfe.
La parete dietro al monumento funebre venne affrescata nel 1699 da Nicola Russo, pittore della scuola del Solimena, che realizzò tre opere raffiguranti il Parnaso, Venere, Mercurio e un Fauno alato che incorona il busto del poeta, l’Incontro di Abramo con tre Angeli e l’Astronomia, la Filosofia, la Grammatica e la Retorica.
Nella chiesa, inoltre. È conservato un presepio ligneo che lo stesso Sannazaro aveva commissionato nel 1520 a Giovanni da Nola, con le statue di Maria, Giuseppe e tre pastori, mentre nell’abside sono collocate le statue di San Nazario e San Jacopo, eseguite da Bartolomeo Ammannati.
Infine, dietro al primo altare destro, si trova il dipinto di Leonardo da Pistoia, noto come il Diavolo di Mergellina o anche San Michele che calpesta il Demonio. La particolarità dell’opera sta nel fatto che il demonio è raffigurato con il colto della donna che tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, identificata come Vittoria Colonna D’Avalos.
La parete dietro al monumento funebre venne affrescata nel 1699 da Nicola Russo, pittore della scuola del Solimena, che realizzò tre opere raffiguranti il Parnaso, Venere, Mercurio e un Fauno alato che incorona il busto del poeta, l’Incontro di Abramo con tre Angeli e l’Astronomia, la Filosofia, la Grammatica e la Retorica.
Nella chiesa, inoltre. È conservato un presepio ligneo che lo stesso Sannazaro aveva commissionato nel 1520 a Giovanni da Nola, con le statue di Maria, Giuseppe e tre pastori, mentre nell’abside sono collocate le statue di San Nazario e San Jacopo, eseguite da Bartolomeo Ammannati.
Infine, dietro al primo altare destro, si trova il dipinto di Leonardo da Pistoia, noto come il Diavolo di Mergellina o anche San Michele che calpesta il Demonio. La particolarità dell’opera sta nel fatto che il demonio è raffigurato con il colto della donna che tentò di sedurre il cardinale Diomede Carafa, identificata come Vittoria Colonna D’Avalos.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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