Sabato 18/11/2006 – Dodicesima giornata -
 
E lassù c'è il Napoli.
Rigore di Calaiò, Bologna battuto, primo posto
 
NAPOLI – BOLOGNA 1 – 0 (36083 spettatori)

Arbitro: Rosetti di Torino.
Guardalinee: Copelli e Alessandroni.

NAPOLI (3-4-2-1): Iezzo, Cannavaro, Maldonado, Domizzi, Grava, Amodio, Bogliacino, Savini, Capparella (1'st Trotta), Pià (16'st Bucchi), Calaiò (41'st Montervino).
Panchina: Gianello, Giubilato, Gatti, Sosa. All. Reja.
BOLOGNA (4-3-1-2): Antonioli, Brioschi (23'st Nervo), M. Castellini, Costa, T. Manfredini (32'st Smit), E. Filippini, Mingazzini, Amoroso, Zauli, Marazzina (30'st Della Rocca) Bellucci.
Panchina: Colombo, Torrisi, Vincenzi, Morosini: All. Ulivieri.

MARCATORI: 38'pt Calaiò.

Il Napoli se la gode: primo in classifica. Per essere una squadra ancora largamente perfettibile, questa situazione è decisamente di ottimo auspicio. Nelle ultime tre partite gli allievi di Reja hanno messo insieme sette punti. Punti conquistati contro vere e proprie grandi, la Juve, il Bari e ieri il Bologna. Un successo sofferto, propiziato da un rigore costruito e trasformato da Calaiò (il migliore in campo) e difeso, nel secondo tempo, con il cuore e con i denti. Perché gli emiliani hanno avuto una bella reazione, orgogliosa, a tratti determinata che acuisce in Ulivieri il rimpianto di aver affrontato troppo mollemente i primi quarantacinque minuti. E se nel primo tempo il Napoli ha sostanzialmente fatto la partita, nella ripresa gli allievi di Reja sono riusciti a far correre solo un brivido sulla schiena di Antonioli (con Bucchi al 47': punizione fermata solo dal palo).
E’ evidente che si parlerà a lungo del rigore assegnato al Napoli, non tanto per la legittimità della sanzione (ci può stare) quanto per il fatto che a deciderlo non sia stato Rosetti che ha avuto un lungo attimo di esitazione nel corso del quale il San Paolo ha trattenuto il fiato, ma il suo primo assistente, Copelli, finito nelle cronache di Calciopoli per il famoso «sequestro» della terna (Paparesta in testa) avvenuto nello spogliatoio del Granillo in occasione di Reggina-Juventus di due anni fa. Materia utile per alimentare il sempiterno dibattito sulla qualità attuale della classe arbitrale. Ma al di là degli aspetti di contorno, a quel rigore si è giunti dopo una abbondante mezz’ora in cui il Napoli ha fatto la partita e il Bologna l’ha sostanzialmente guardata. Bellucci forse «ammorbidito» dai festeggiamenti riservatigli dai tifosi partenopei, si è difilato sulla sinistra, veleggiando ai margini della gara; Zauli ha provato a lavorare qualche pallone con perizia e sagacia ma nel complesso la squadra di Ulivieri è apparsa solo la parente lontana di quella che nelle precedenti cinque partite aveva ottenuto ben quattro vittorie (non consecutive, chiaramente).
Nel confronto tattico, Reja è parso vincente con Capparella al posto dell’indisponibile De Zerbi e Savini all’ultimo momento preferito a Montervino, con Dalla Bona spedito sorprendentemente in tribuna e Bucchi ancora una volta in panchina. Anche ieri nell’assetto del Napoli si sono viste solo flebili tracce del mercato esito visto che per nove undicesimi la squadra era composta di giocatori che lo scorso anno hanno vinto il campionato di C1. Il Bologna, tornato a difendersi a quattro per via dell’assenza di Terzi, è apparso balbettante dal punto di vista dell’approccio alla partita, intimidito da un San Paolo pieno come nelle migliori occasioni e carico di entusiasmo, che ha voluto salutare con un lunghissimo applauso Mario Merola, vero idolo popolare. Il Napoli che dal pari con la Juve e dalla vittoria di Bari ha ricavato motivazioni non è stato generosissimo dal punto di vista dello spettacolo, ma è stato concreto e ordinato, trascinato da un Calaiò molto attivo soprattutto nel primo tempo.
Il problema di Reja, però, è che questa squadra dura quarantacinque minuti tanto è vero che nella ripresa è stato sufficiente che Bellucci abbandonasse la sua posizione troppo defilata (ed emarginata) per creare allarmi a Iezzo (bravo a mettere sulla traversa un tiro dell’ex napoletano, meno bravo a battezzare fuori un’altra conclusione dell’ex arrestatasi, per sua fortuna, sulla base del palo). Le titubanze partenopee hanno convinto Ulivieri ad accentuare la proiezione offensiva del Bologna con la rinuncia a Brioschi, l’arretramento sulla linea dei difensori di Emanuele Filippini e l’inserimento di Nervo. Ma la difesa del Napoli ha retto aggrappandosi agli ottimi Paolo Cannavaro, Maldonado e Domizzi. In conclusione, serata trionfale e una classifica da prendere come un segno del destino.
 
IEZZO 6
MALDONADO 6.5
CANNAVARO 6.5
DOMIZZI 6.5
GRAVA 6
AMODIO 6.5
BOGLIACINO 6.5
SAVINI 6
CAPPARELLA 6 (1'st Trotta 6)
PIA' 5.5 (16'st Bucchi 5)
CALAIO' 7.5 (41'st Montervino sv)

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