‘O SOLE MIO


musicaEduardo Di Capua testoGiovanni Capurro data1898


 
Che bella cosa ‘na jurnata ‘e sole,
‘n’aria serena doppo a ‘na tempesta.
Pe’ ll’aria fresca pare già ‘na festa.
Che bella cosa ‘na jurnata ‘e sole.
 
Che bella cosa una giornata di sole,
un’aria serena dopo una tempesta.
Per l’aria fresca sembra già una festa.
Che bella cosa una giornata di sole.
 
Ma ‘n’atu sole
cchiù bello, oje né,
‘o sole mio,
sta ‘nfronte a te
‘O sole,
‘o sole mio,
sta ‘nfronte a te,
sta ‘nfronte a te.
 
Ma un altro sole
più bello, o amore,
il mio sole
sta in fronte a te.
il sole,
il sole mio,
sta in fronte a te,
sta in fronte a te.
 
Lùceno ‘e llastre d’ ‘a fenesta toja,
‘na lavannara canta e se ne vanta
e pe tramente torce, spanne e canta,
lùceno ‘e llastre d’ ‘a fenesta toja.
 
Brillano i vetri della tua finestra,
una lavandaia canta e se ne vanta
e intanto strizza, stende e canta,
brillano i vetri della tua finestra.
 
Ma ‘n’atu sole
………………
 
Ma un altro sole
………………….
 
Quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne,
mme vène quase ‘na malincunia,
sott’â fenesta toja restarrìa,
quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne.
 
Quando fa notte e il sole tramonta,
mi viene quasi una malinconia,
sotto la tua finestra resterei,
quando fa notte e il sole tramonta.
 
Ma ‘n’atu sole
………………
Ma un altro sole
………………….

Giovanni Capurro, giornalista, redattore delle pagine culturali del quotidiano “Roma” di Napoli, nel 1898 scrisse i versi della canzone affidandone la composizione musicale a Eduardo Di Capua che, in quel tempo si trovava ad Odessa in Ucraina con suo padre, violinista in un’orchestra. La musica del brano, quindi, sembra sia stata ispirata da una splendida alba sul Mar Nero e non, come si potrebbe pensare, dal sole di Napoli. Il brano venne poi presentato ad un concorso musicale a Napoli, promosso dall’editore Bideri, senza però avere un grande successo; arrivò seconda, ma, in seguito, si diffuse sempre di più, anche fuori dall’Italia, fino a diventare un vero e proprio patrimonio della musica mondiale. “‘O sole mio” è probabilmente la canzone più famosa di tutti i tempi, ma non fruttò molto ai suoi due autori, Di Capua e Capurro, che morirono in povertà negli anni ’20 del Novecento. Una delle prime e più celebri interpretazioni fu quella di Enrico Caruso, che sicuramente contribuì non poco al successo planetario. Tra le altre versioni, ricordiamo quelle di Alfredo Vernetti, Fernando De Lucia, Giuseppe Di Stefano, Tito Schipa, Beniamino Gigli, Claudio Villa, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Placido Domingo, Josè Carreras, Mina, Frank Sinatra, Katia Ricciarelli, Gabriella Ferri, Giuni Russo, Dalida, Milva, Al Bano, Anna Oxa, Mario Trevi, Gianna Nannini, Boy Gearge, Elton John, Pino Daniele, Roberto Murolo e Massimo Ranieri. Nel 1960, Elvis Presley ne incise anche un versione in inglese, intitolata “It’s now or never” e ripresa da una precedente incisione del cantante Dean Martin. Nel 1920, durante la cerimonia di premiazione del marciatore Ugo Frigerio alle Olimpiadi di Anversa, la banda suonò “‘O sole mio” al posto della marcia reale di cui si erano persi gli spartiti.

3 commenti su “‘O sole mio

  1. ‘O sole mio a parer mio è una canzone davvero molto bella, per la sua storia, per il fatto che è stata scritta in dialetto e per molte altre cose…

  2. E’bella!La canterebbero anche gli angeli! e che emozione sarebbe!

  3. ‘O Sole Mio è indubbiamente la canzone italiana più conosciuta al mondo. Non capisco però la maggior parte di coloro che la cantano perché saltano la terza strofa: Lùceno ‘e lastre……. In un’aria di un’opera lirica i melomani se avvenisse la stessa cosa non lo consentirebbero. La musica leggera deve essere considerata alla stessa maniera di come avviene nelle opere di Verdi, Puccini. Giovanni Capurro e Eduardo di Capua sono allo stesso livello dei grandi maestri. Grazie!

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