Basilica della Santissima Annunziata Maggiore
Storia e architettura
La
Basilica della Santissima Annunziata Maggiore si trova in Via Annunziata.
Fa parte di un vasto complesso che, in origine, era costituito da un ospedale, un ospizio per gli orfani e delle camerate in cui le ragazze povere o orfane venivano “protette” per conservarne la virtù e alle quali veniva anche assegnata una dote in modo che potessero trovare un marito.
In via dell’Annunziata è ancora visibile il buco che veniva utilizzato dalle madri per porre i figli nella cosiddetta “ruota degli esposti” e affidare alla struttura i figli che venivano abbandonati perché troppo poveri o illegittimi. La ruota fu chiusa nel 1875, ma visto che la miseria attanagliava ancora la città, i neonati venivano comunque lasciati sui gradini della basilica. Tutta l’organizzazione era patrocinata dalla congregazione della Santissima Assunta, alla quale nel 1343 la regina Sancia di Maiorca, moglie di Roberto d’Angiò, fece una cospicua donazione che consenti all’organizzazione di ricevere anche il sostegno delle famiglie nobili che le permisero di esercitare la propria funzione fino a metà del Novecento.
La prima chiesa venne realizzata nel XIII secolo grazie a finanziamenti angioini e sorse su una zona occupata in precedenza dalle chiese di Santa Lucia e Sant’Antonio Abate che furono demolite. Nel Cinquecento fu totalmente ricostruita e ampliata grazie all’intervento di Ferdinando Manlio. Successivamente, però, un incendio distrusse quasi del tutto la struttura nel 1757 e la ricostruzione fu affidata all’architetto Luigi Vanvitelli che, dopo la morte, lasciò proseguire i lavori al figlio Carlo.
Nel Novecento la chiesa venne danneggiata da alcuni bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e fu necessario un complicato restauro sia dell’interno che dell’esterno.
Fa parte di un vasto complesso che, in origine, era costituito da un ospedale, un ospizio per gli orfani e delle camerate in cui le ragazze povere o orfane venivano “protette” per conservarne la virtù e alle quali veniva anche assegnata una dote in modo che potessero trovare un marito.
In via dell’Annunziata è ancora visibile il buco che veniva utilizzato dalle madri per porre i figli nella cosiddetta “ruota degli esposti” e affidare alla struttura i figli che venivano abbandonati perché troppo poveri o illegittimi. La ruota fu chiusa nel 1875, ma visto che la miseria attanagliava ancora la città, i neonati venivano comunque lasciati sui gradini della basilica. Tutta l’organizzazione era patrocinata dalla congregazione della Santissima Assunta, alla quale nel 1343 la regina Sancia di Maiorca, moglie di Roberto d’Angiò, fece una cospicua donazione che consenti all’organizzazione di ricevere anche il sostegno delle famiglie nobili che le permisero di esercitare la propria funzione fino a metà del Novecento.
La prima chiesa venne realizzata nel XIII secolo grazie a finanziamenti angioini e sorse su una zona occupata in precedenza dalle chiese di Santa Lucia e Sant’Antonio Abate che furono demolite. Nel Cinquecento fu totalmente ricostruita e ampliata grazie all’intervento di Ferdinando Manlio. Successivamente, però, un incendio distrusse quasi del tutto la struttura nel 1757 e la ricostruzione fu affidata all’architetto Luigi Vanvitelli che, dopo la morte, lasciò proseguire i lavori al figlio Carlo.
Nel Novecento la chiesa venne danneggiata da alcuni bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e fu necessario un complicato restauro sia dell’interno che dell’esterno.
Esterno
Nella
facciata sono conservate le statue di Santa Lucia e Sant’Antonio Abate, in
ricordo delle chiese demolite per costruire l’attuale basilica. Sulla sinistra
della chiesa, troviamo il campanile realizzato tra il 1524 e il 1569 e, infine,
ridimensionato nell’altezza dopo il terremoto del 1688. In basso presenta
l’ingresso alla Santa Casa, attraverso un portale di Tommaso Malvito del 1500
che, nella lunetta, presenta la Madonna della Misericordia, e da una porta con
stemmi dei Gaetani d’Aragona.
La ricostruzione settecentesca, ha trasformato la chiesa in un edificio in stile tardo-barocco con qualche influenza di classicismo francese, evidenziato soprattutto dalla facciata leggermente concava e decorata con due ordini sovrapposti di colonne classiche.
Sul fianco della chiesa, troviamo elementi architettonici del XVI secolo e l’ingresso al succorpo. Più in là, tramite un passaggio a destra nel giardino, si passa a una corte secondaria dove si trova la cappella mortuaria che una tempo faceva parte della Chiesa della Pace, fatta costruire nel 1442 da Alfonso I d’Aragona; la porta a destra conduce alla cappella Mormile (tutto ciò che rimane dell’antica chiesa), dove si possono ammirare resti di affreschi realizzati da un ignoto artista napoletano del XIV secolo.
La ricostruzione settecentesca, ha trasformato la chiesa in un edificio in stile tardo-barocco con qualche influenza di classicismo francese, evidenziato soprattutto dalla facciata leggermente concava e decorata con due ordini sovrapposti di colonne classiche.
Sul fianco della chiesa, troviamo elementi architettonici del XVI secolo e l’ingresso al succorpo. Più in là, tramite un passaggio a destra nel giardino, si passa a una corte secondaria dove si trova la cappella mortuaria che una tempo faceva parte della Chiesa della Pace, fatta costruire nel 1442 da Alfonso I d’Aragona; la porta a destra conduce alla cappella Mormile (tutto ciò che rimane dell’antica chiesa), dove si possono ammirare resti di affreschi realizzati da un ignoto artista napoletano del XIV secolo.
Dove si trova - mappa
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