Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore
Storia e architettura

La tradizione vuole che le origini della basilica partano da lontano. Alcuni monaci arrivarono a Napoli per sfuggire alla persecuzione dei saraceni in Palestina, portando con sé un’immagine della Madonna, simbolo del loro ordine, che veneravano sul Monte Carmelo. Ai monaci fu concesso l’utilizzo di una piccola cappella dedicata a San Nicola.
La chiesa è legata ad alcuni miracoli. Su tutti quello avvenuto il 17 ottobre 1479, quando l’artiglieria di Alfonso il Magnifico distrusse l’abside, colpendo anche il tabernacolo nel quale era conservato un crocifisso del Trecento. Questo fu ritrovato ancora intatto, senza la corona di spine, con la testa inclinata verso la spalla destra e gli occhi e la bocca chiusa, tutti dettagli che indussero i fedeli a pensare al miracolo, come se il Cristo volesse schivare il colpo. Non fu possibile trasportare il Crocefisso in un altro luogo che, da allora, si trova allo stesso posto, mentre il tabernacolo fu fatto ricostruire nel XVII secolo. Altri miracoli sono legati al dipinto della Madonna Bruna al quale sono attribuiti numerose guarigioni di malati avvenute nel giugno del 1500, un paio di mesi dopo una processione per le strade della città. Si Narra che i malati furono fatti riunire nella Basilica del Carmine da Federico d’Aragona e, investiti da un raggio di luce, ricevettero la cura o la diminuzione dei loro mali.
La Basilica è anche associata a due importanti fatti storici. Il primo riguarda l’esecuzione del Nipote di Re Manfredi nella piazza antistante, mentre il secondo riguarda Masaniello, la cui rivolta fini tragicamente con il suo omicidio nel convento nel 1647.
La data di fondazione di fondazione della Basilica non è certa. Una Bolla papale di Sisto IV del 1475 perla del culto della Madonna del Carmine a Napoli come presente da almeno trecento anni. Ciò colloca la fondazione al 1175 o anche prima, come testimoniato da un sepolcro di un bambino, conservato nella Cappella del presepe, su cui è apposta la data del 1144. La struttura antica era costituita solamente a una cappella superiore e da una sotterranea, cosa che le fece guadagnare il nome di “Santa Maria della Grotticiella”. La costruzione della basilica vera e propria risale alla fine del XIII secolo, grazie ai contributi di Robertò d’Angiò (che donò il terreno nel 1270), Elisabetta di Baviera e Margherita di Borgogna.
Nel Settecento la chiesa venne restaurata da Nicola Tagliacozzi Canale, grazie alla devozione i Carlo di Borbone e della Moglie Amalia. Qualche anni dopo, nel 1736, l’architetto realizzò anche la sagrestia. Durante la seconda guerra mondiale, un altro bombardamento danneggiò la chiesa, ma la bomba che colpì la basilica non esplose causando danni solo al soffitto. Oggi, l’ordigno è conservato ed esposto all’interno dell’edificio.
Nella basilica, inoltre, vennero celebrati i funerali di Totò nel 1967 e quelli di Mario Merola nel 2006.
Esterno

Inoltre, è possibile vedere un ottagono ed una piramide, coperta da mattonelle verniciate, opera dell’architetto domenicano Giuseppe Donzelli, noto come Fra Nuvolo.
Dove si trova - mappa
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MARIA LOMASTO
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