Basilica del Gesù Vecchio dell’Immacolata di Don Placido
Storia e architettura
La Basilica del Gesù Vecchio si trova in Via Giovanni Paladino.
La costruzione della chiesa è cominciata nel 1554, su disegno di padre Pietro Provedi, e divenne il primo luogo di culto dell’ordine della Compagnia di Gesù
in città, che venne edificato al posto della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
La consacrazione, invece, risale al 1632. Accanto all’attuale Basilica, venne
edificato il collegio della Compagnia di Gesù grazie agli architetti gesuiti
Giuseppe Valeriano, Giovanni Tristano e Giovanni De Roisis. La scuola vide tra i
suoi primi alunni anche Torquato Tasso, tra il 1553 e il 1554, e,
successivamente, nel 1680, anche Giambattista Vico.
Quando i gesuiti furono espulsi dal regno di Napoli (1767) il collegio divenne
la sede dell’università degli Studi e della Biblioteca e la Chiesa venne
rinominata “del Santissimo Salvatore”. Solo nel 1804, con il ritorno dei
Gesuiti, la Basilica riprese l’appellativo originale, al quale venne aggiunto
l’appellativo di “vecchio” a causa della costruzione di un’omonima chiesa in
città, quella del Gesù Nuovo.
La costruzione della chiesa è cominciata nel 1554, su disegno di padre Pietro Provedi, e divenne il primo luogo di culto dell’ordine della Compagnia di Gesù
in città, che venne edificato al posto della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
La consacrazione, invece, risale al 1632. Accanto all’attuale Basilica, venne
edificato il collegio della Compagnia di Gesù grazie agli architetti gesuiti
Giuseppe Valeriano, Giovanni Tristano e Giovanni De Roisis. La scuola vide tra i
suoi primi alunni anche Torquato Tasso, tra il 1553 e il 1554, e,
successivamente, nel 1680, anche Giambattista Vico.
Quando i gesuiti furono espulsi dal regno di Napoli (1767) il collegio divenne
la sede dell’università degli Studi e della Biblioteca e la Chiesa venne
rinominata “del Santissimo Salvatore”. Solo nel 1804, con il ritorno dei
Gesuiti, la Basilica riprese l’appellativo originale, al quale venne aggiunto
l’appellativo di “vecchio” a causa della costruzione di un’omonima chiesa in
città, quella del Gesù Nuovo.
Interno
La
facciata è in stile barocco, al centro della quale si trova il portone
d’accesso. La chiesa presenta una pianta a croce latina, con un’unica navata
centrale su cui affacciano numerose cappelle laterali. In esse troviamo
conservate numerose opere d’arte, tra le quali spiccano il dipinto raffigurante
San Luigi Gonzaga, nella terza cappella di sinistra, opera di Battistello
Caracciolo (1672), alcuni dipinti di Marco Pino da Siena (Trasfigurazione,
Madonna e Santi, Circoncisione e Adorazione dei Pastori, quest'ultima del 1573),
altri di Girolamo Canatiempo datati 1712, nella prima, terza e quarta cappella
sinistra, la Pala con San Francesco Saverio di Cesare Fracanzano (1641) e la
statua raffigurante San Francesco Borgia di Pietro Ghetti. Nel Cappellone di San
Francesco Saverio troviamo le statue di Isaia e Geremia opera di Cosimo
Fanzago. Nel Cappellone di Sant’Ignazio troviamo il dipinto di Francesco
Solimena raffigurante il Trionfo di Sant’Ignazio.
L’altare maggiore, invece, racchiude una scultura dell’Immacolata appartenuta a
Don Placido. La sacrestia, invece, conserva un dipinto del XVIII secolo, opera
di Francesco de Mura, che raffigura Maria mentre indica il monogramma di Cristo
a San Luigi Gonzaga.
facciata è in stile barocco, al centro della quale si trova il portone
d’accesso. La chiesa presenta una pianta a croce latina, con un’unica navata
centrale su cui affacciano numerose cappelle laterali. In esse troviamo
conservate numerose opere d’arte, tra le quali spiccano il dipinto raffigurante
San Luigi Gonzaga, nella terza cappella di sinistra, opera di Battistello
Caracciolo (1672), alcuni dipinti di Marco Pino da Siena (Trasfigurazione,
Madonna e Santi, Circoncisione e Adorazione dei Pastori, quest'ultima del 1573),
altri di Girolamo Canatiempo datati 1712, nella prima, terza e quarta cappella
sinistra, la Pala con San Francesco Saverio di Cesare Fracanzano (1641) e la
statua raffigurante San Francesco Borgia di Pietro Ghetti. Nel Cappellone di San
Francesco Saverio troviamo le statue di Isaia e Geremia opera di Cosimo
Fanzago. Nel Cappellone di Sant’Ignazio troviamo il dipinto di Francesco
Solimena raffigurante il Trionfo di Sant’Ignazio.
L’altare maggiore, invece, racchiude una scultura dell’Immacolata appartenuta a
Don Placido. La sacrestia, invece, conserva un dipinto del XVIII secolo, opera
di Francesco de Mura, che raffigura Maria mentre indica il monogramma di Cristo
a San Luigi Gonzaga.
Dove si trova - mappa
Foto
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caro padre siamo sposi da 20 anni e chiediamo preghiere per noi e per tutti coloro che ci vogliono del male.metteteci sotto la protezione di don Placido