Chiesa dei Santi Francesco e Matteo
Storia e architettura
La Chiesa dei Santi Francesco e Matteo si trova in Vico Lungo San Matteo.
L’edificio venne costruito nel 1587 grazie alla congrega dei Cocchieri, che vi fondarono una cappella dedicata a San Francesco d’Assisi. Più tardi, sembra a causa della proibizione imposta all’associazione di riunirsi, fu ceduta l’anno successivo ai Frati Minori Conventuali di San Lorenzo ai Tribunali, ma, anche questi ultimi, abbandonarono la struttura dopo poco tempo (incerte le motivazioni: alcune fonti parlano di mancanza si spazio, altre per mancanza dei fondi necessari a gestire la comunità). Venne acquistata nel 1588 dai fedeli del posto (i complateari), che la restaurarono in stile barocca anche grazie all’intervento dei Confratelli dell’Arciconfraternita di San Matteo (anche se sembra che l’origine della dedica all’attuale santo titolare sia dovuta alla presenza, in epoca vicereale, di una guarnigione spagnola, eretta in nome proprio di San Matteo, che si macchiò dei più feroci delitti e addirittura utlizzò la chiesa per ospitare prostitute al servizio dei soldati.
Incerta, invece, la data di elevazione a parrocchia che, secondo le fonti, dovrebbe essere avvenuta tra la fine del XVI secolo e l’inizio di quello successivo.
E’ del 1735, invece, un significativo restauro da parte dell’ingegner Porcelli, già impegnato nella riedificazione di Palazzo Trabucco.
L’edificio venne costruito nel 1587 grazie alla congrega dei Cocchieri, che vi fondarono una cappella dedicata a San Francesco d’Assisi. Più tardi, sembra a causa della proibizione imposta all’associazione di riunirsi, fu ceduta l’anno successivo ai Frati Minori Conventuali di San Lorenzo ai Tribunali, ma, anche questi ultimi, abbandonarono la struttura dopo poco tempo (incerte le motivazioni: alcune fonti parlano di mancanza si spazio, altre per mancanza dei fondi necessari a gestire la comunità). Venne acquistata nel 1588 dai fedeli del posto (i complateari), che la restaurarono in stile barocca anche grazie all’intervento dei Confratelli dell’Arciconfraternita di San Matteo (anche se sembra che l’origine della dedica all’attuale santo titolare sia dovuta alla presenza, in epoca vicereale, di una guarnigione spagnola, eretta in nome proprio di San Matteo, che si macchiò dei più feroci delitti e addirittura utlizzò la chiesa per ospitare prostitute al servizio dei soldati.
Incerta, invece, la data di elevazione a parrocchia che, secondo le fonti, dovrebbe essere avvenuta tra la fine del XVI secolo e l’inizio di quello successivo.
E’ del 1735, invece, un significativo restauro da parte dell’ingegner Porcelli, già impegnato nella riedificazione di Palazzo Trabucco.
Facciata e interno
La facciata, anticipata da una scalinata a doppia rampa presenta sul portale d’ingresso una statua lignea raffigurante l’Ecce Homo realizzata nel 1787 attribuita a Giuseppe Sarno.
L’interno ha perso quasi del tutto gli ornamenti e le opere originarie, compreso il pavimento maiolicato di Giuseppe Barberio rimosso durante moderni restauri. Rimane visibile sull’altare maggiore è posto un dipinto di Gerolamo Cenatiempo datato 1737, mentre nella terza cappella destra è conservato un antico fonte battesimale. Qui, un’epigrafe in marmo ricorda che nel 1715 nella chiesa venne battezzata, Anna Maria Gallo, venerata come Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe.
Un tempo, nella terza cappella di sinistra (oggi murata), si trovava un varco dal quale si poteva accedere ad un ambiente del ‘700 decorato a stucco dal famosissimo Giuseppe Scarola.
L’interno ha perso quasi del tutto gli ornamenti e le opere originarie, compreso il pavimento maiolicato di Giuseppe Barberio rimosso durante moderni restauri. Rimane visibile sull’altare maggiore è posto un dipinto di Gerolamo Cenatiempo datato 1737, mentre nella terza cappella destra è conservato un antico fonte battesimale. Qui, un’epigrafe in marmo ricorda che nel 1715 nella chiesa venne battezzata, Anna Maria Gallo, venerata come Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe.
Un tempo, nella terza cappella di sinistra (oggi murata), si trovava un varco dal quale si poteva accedere ad un ambiente del ‘700 decorato a stucco dal famosissimo Giuseppe Scarola.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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