Chiesa del Pio Monte della Misericordia

interno chiesa del pio monte della misericordiaLa Chiesa del Pio Monte della Misericordia si trova in Piazza Riario Sforza.
Il luogo di culto, realizzato da Giovan Giacomo di Conforto, fu la prima e originaria sede dell’associazione, fondata da giovani nobili napoletani nel 1602, e poi restaurata modificata tra il 1658 al 1678 dall’architetto Francesco Antonio Picchiatti.
La pianta è ottagonale con sette cappelle, con un pavimento in marmi policromi e acquasantiere disegnate dallo stesso Picchiatti. Alle pareti laterali del presbiterio, troviamo due dipinti raffiguranti Sant’Anna e la Vargine (1665 ca) e la Madonna della Purità (1670 ca), opere realizzate rispettivamente da Giacomo di Castro e Andrea Malinconico.
Sulla controfacciata, invece, è collocata la copia di un dipinto di Luca Giordano (1660 ca), conservato in una collezione napoletana. La tela rappresenta l’episiodio evangelico in cui Cristo salva dalla lapidazione una donna adultera dicendo alla folla “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Ognuno dei sei altari laterali è sormontato da un dipinto che rappresenta una delle sette opere di misericordia. Partendo dall’entrata e muovendosi verso destra troviamo:
San Paolino che libera lo schiavo
San Paolino che libera lo schiavo, Giovan Bernardo AzzolinoGiovan Bernardo Azzolino, 1626-1630
Il dipinto (Olio su tela – 306 x 210) descrive l’attività del Pio Monte del Riscattare gli schiavi, illustrata attraverso la rappresentazione della leggenda di San Paolino, Vescovo di Nola, che offre se stesso al re dei vandali per il riscatto del figlio di una vedova. Le due figure centrali occupano quasi l’intera scena, mentre ai piedi del santo è prostrato lo schiavo appena liberato dalle catene; sullo sfondo le donne esultano alzando le braccia al cielo e una architettura classica incornicia una Gloria.
Cristo ospitato in casa di Marta e Maria
Cristo ospitato in casa di Marta e Maria, Fabrizio SantafedeFabrizio Santafede, 1612
Il dipinto (Olio su tela – 310 x 210) rappresenta l’opera di misericordia “Ospitare i Pellegrini”, qui descritta con la trasposizione dell’episodio evangelico in cui Marta e Maria invitano Gesù nella propria casa. Marta rimprovera la sorella Maria di non occuparsi delle faccende domestiche, mentre Gesù interviene difendendo Maria che “ha scelto la parte migliore” fermandosi ad ascoltare ai suoi piedi la parola di Dio. La scena è completata dalle persone intorno a loro e da un edificio sullo sfondo.
San Pietro resuscita Tibitha
San Pietro resuscita Tabitha, Fabrizio SantafedeFabrizio Santafede, 1611.
Il dipinto (Olio su tela – 206 x 205) descrive l’episodio in cui l’Apostolo Pietro che resuscita la caritatevole donna, alludendo le opere di misericordia di dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati e vestire gli ignudi, che il Pio Monte della Misericordia identifica nella sua attività di “Sovvenire i poveri vergognosi”. A completare la scena il popolo tra cui spicca il nudo di spalle, probabilmente come citazione dell’opera caravaggesca custodita nella chiesa.
Il Buon Samaritano
Il Buon Samaritano, Giovan Battista ForlìGiovan Vincenzo Forlì, 1608.
Il dipinto (Olio su tela – 306 x 205) raffigura l’opera istituzionale principale del Pio Monte, “Visitare gli infermi”, attraverso la rappresentazione della parabola del Buon Samaritano. La scena, ambientata al crepuscolo, con il bosco e alcuni edifici sullo sfondo, è sormontata dalla Madonna col Bambino tra gli Angeli, omaggio all’opera caravaggesca custodita nella chiesa.
Deposizione di Cristo
Deposizione di Cristo, Luca GiordanoLuca Giordano, 1669-1771.
L’opera (Olio su tela – 310 x 210) raffigura una delle opere a cui si dedica il Pio Monte, il “Seppellimento dei Morti”, rappresentata attraverso la scena della Deposizione di Cristo. Inizialmente nella chiesa era collocata l’opera di Giovanni Baglione, oggi nella quadreria, avente lo stesso soggetto e sostituita successivamente da quella di Luca Giordano.
Liberazione di San Pietro
Liberazione di San Pietro, Battistello CaraccioloGiovan Battista Caracciolo detto “Battistello”, 1615.
Il dipinto (Olio su tela – 310 x 207) descrive l’opera di misericordia “Liberare i carcerati” attraverso l’episodio dell’angelo che libera San Pietro. L’opera è caratterizzata da una grande oscurità, tipica delle opere di Caravaggio di cui il Caracciolo era un grande seguace, dove risultano illuminate quasi soltanto i protagonisti della scena, lasciando intravedere il resto dei particolari.
Dove si trova - mappa
Foto
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