Chiostri di San Pietro a Majella

I chiostri di San Pietro a Majella si trovano in Via San Pietro a Majella.
Il convento, sede nel XVII secolo dell’Accademia degli Infuriati, una congregazione di nobili napoletani, fu quasi completamente di strutto nel 1799 dalle truppe del Cardinale Ruffo, quando i frati Celestini furono accusati di aver partecipato ai moti napoletani alleandosi con i sostenitori della Repubblica Napoletana. L’ordine fu soppresso e la struttura cadde in abbandono per alcunì anni finchè, nel 1826, non divenne sede del famoso Conservatorio.

Chiostro grande
chiostro grande di san pietro a majellaIl primo chiostro, come ricordato da una lapide in marmo, fu realizzato nel 1684 per volontà di Padre Celestino che portò a termine quella iniziata tempo prima da Padre Matteo. In realtà, quello del XVII secolo fu solo un rimaneggiamento in chiave tardorinascimentale del chiostro preesistente, risalente, come la chiesa, al XIV secolo o facente parte addirittura di qualche complesso ancora più antico, successivamente incorporato in quello di San Pietro a Majella. Complesso che ebbe necessità di profondi restauri soprattutto dopo l’incendio del 15 agosto 1407 e nel 1489, anno in cui vennero qui trasferiti i frati di Santa Caterina a Formello. Nel 1684, inoltre, sotto la direzione di Mariano Figliolino e disegno di Antono Galluccio, cominciarono i lavori per aggiungere alcune opere in legno e una balaustra in pietra di Sorrento sul cornicione.
Il chiostro è presenta un ampio giardino con ricca vegetazione, delimitato da arcate che poggiano su pilastri in piperno. Sul corpo di fabbrica superiore si aprono delle belle finestre ornate con decorazioni in stile rococò.
L’accesso al chiostro grande è possibile anche attraverso una passaggio collocata nel braccio corto della chiesa, opera dei maestri Tagliaferri e Coda del 1495; la porta, incastonata tra due colonne ioniche, presenta pregevoli intarsi e decorazioni con figure arabesche di colore rosa, blu e oro.
Chiostro piccolo
Il chiostro piccolo, posto alla destra dell’ingresso, è caratterizzato da una vasca centrale in piperno, con pilastri molto più alti rispetto a quelli del precedente, rispetto al quale conserva maggioremente lo stile gotico originario con decorazioni in stucco bianco e grigio sulla volta. Così come il chiostro grande, invece, quello piccolo prensenta anch’esso l’inusuale presenza di alberi di palma e banane.
Tratto da: Maria Rosaria Costa, I chiostri di Napoli, Roma, Newton & Compton, 1996
Dove si trovano - mappa
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