Complesso del Convitto Nazionale
Storia e architettura
Il Complesso del Convitto Nazionale si trova in Piazza Dante.
Il complesso religioso, dedicato a San Sebastiano, venne fondato, con annessa chiesa, in epoca costantiniana (IV o V secolo) per volontà di monaci di culto basiliano, che vi rimasero fino all’introduzione della regola benedettina nel 1132. Successivamente, nel 1424, dopo alcuni anni di incuria, la regina Giovanna II decise di trasferirvi le monache domenicane di San Pietro a Castello, che diedero un forte contributo alla rinascita dell’intera struttura, attuando anche un’opera di restauro della chiesa, poi crollata nel 1941. Inoltre, tra il 1757 e il 1763, l’architetto Luigi Vanvitelli diede alla piazza l’aspetto attuale. Il lavoro, commissionatogli da Carlo III, doveva costituire una celebrazione del sovrano. Infatti, l’edificio venne affiancato da una nuova struttura con le due caratteristiche ali ricurve su cui poggiano 26 statue raffiguranti le virtù del re, tre delle quali scolpite da Giuseppe Sanmartino. Nella nicchia centrale, invece, doveva essere collocata una statua equestre raffigurante Carlo III (mai realizzata), mentre in epoca successiva venne aggiunta la torretta con l’orologio.
Le suore furono espulse dal regno nel 1807 e il complesso divenne sede della Camera del Parlamento (1820), poi del Conservatorio di Musica e, in seguito, fu affidato ai Gesuiti che vi fondarono una scuola pubblica. E’ di questo periodo (1835), inoltre, la costruzione dell’ingresso centrale e del retrostante pronao neoclassico, realizzati per garantire una accesso autonomo all’istituto scolastico.
Nel 1860, dopo l’ingresso in città di Garibaldi, anche i Gesuiti vennero espulsi e i loro beni confiscati. Così, il complesso divenne definitivamente nominato “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II”.
Oggi l’edificio ospita una suola primaria, una secondaria, un Liceo Classico, un Liceo Scientifico e un Liceo Scientifico Sportivo.
Il complesso religioso, dedicato a San Sebastiano, venne fondato, con annessa chiesa, in epoca costantiniana (IV o V secolo) per volontà di monaci di culto basiliano, che vi rimasero fino all’introduzione della regola benedettina nel 1132. Successivamente, nel 1424, dopo alcuni anni di incuria, la regina Giovanna II decise di trasferirvi le monache domenicane di San Pietro a Castello, che diedero un forte contributo alla rinascita dell’intera struttura, attuando anche un’opera di restauro della chiesa, poi crollata nel 1941. Inoltre, tra il 1757 e il 1763, l’architetto Luigi Vanvitelli diede alla piazza l’aspetto attuale. Il lavoro, commissionatogli da Carlo III, doveva costituire una celebrazione del sovrano. Infatti, l’edificio venne affiancato da una nuova struttura con le due caratteristiche ali ricurve su cui poggiano 26 statue raffiguranti le virtù del re, tre delle quali scolpite da Giuseppe Sanmartino. Nella nicchia centrale, invece, doveva essere collocata una statua equestre raffigurante Carlo III (mai realizzata), mentre in epoca successiva venne aggiunta la torretta con l’orologio.
Le suore furono espulse dal regno nel 1807 e il complesso divenne sede della Camera del Parlamento (1820), poi del Conservatorio di Musica e, in seguito, fu affidato ai Gesuiti che vi fondarono una scuola pubblica. E’ di questo periodo (1835), inoltre, la costruzione dell’ingresso centrale e del retrostante pronao neoclassico, realizzati per garantire una accesso autonomo all’istituto scolastico.
Nel 1860, dopo l’ingresso in città di Garibaldi, anche i Gesuiti vennero espulsi e i loro beni confiscati. Così, il complesso divenne definitivamente nominato “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II”.
Oggi l’edificio ospita una suola primaria, una secondaria, un Liceo Classico, un Liceo Scientifico e un Liceo Scientifico Sportivo.
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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