Fontana di Monteoliveto o di Carlo II
Storia e architettura
La fontana di Monteoliveto si trova in piazzetta Trinità Maggiore.
Fu costruita per volere del vicerè don Pietro Antonio d’Aragona, come ringraziamento al sovrano (eletto a soli 4 anni). I lavori incominciarono nel 1669 e vennero affidati ai marmorari Bartolomeo Mori e Pietro Sanbarberio, sotto la direzione dello stesso ingegnere che l’aveva progettata, Donato Antonio Cafaro. Successivamente, alla morte del Mori, sopraggiunta prima che l’opera fosse completata, si aggiunsero anche Dionisio Lazzari e Giovanni Mozzetti.
In fase di progetto, inoltre, la costruzione della statua che avrebbe dovuto ritrarre il sovrano a cavallo venne affidata a Giovanni Maiorino e Giovanni D’Auria e, successivamente, non avendo questi ultimato il lavoro entro il 1673, a Francesco D’Angelo, a cui fu chiesta anche la realizzazione di in leone con una palla tra le zampe. A queste dispute temporali se ne aggiunsero altre riguardo l’aspetto e la realizzazione dell’opera e, come se non bastasse, nell’area prevista per la costruzione, già si segnalavano problemi di approvvigionamento idrico. Così, gli abitanti della zona cominciarono a temere di vedere ridotta la propria fornitura d’acqua e fu necessario tenere a bada anche le proteste dei cittadini.
La fontana è formata da una grande vasca polilobata a tre bracci, sui quali poggia un piedistallo (che richiama la forma della vasca) su cui tre leoni sorreggono gli stemmi della città, del re e del vicerè, e tre aquile sormontate da altrettante vaschette a forma di conchiglia. Al centro, è posto un obelisco, ornato da mascheroni e volute, su cui poggia la statua del re, realizzata in bronzo da Francesco D’Angelo su disegno di Cosimo Fanzago.
Fu costruita per volere del vicerè don Pietro Antonio d’Aragona, come ringraziamento al sovrano (eletto a soli 4 anni). I lavori incominciarono nel 1669 e vennero affidati ai marmorari Bartolomeo Mori e Pietro Sanbarberio, sotto la direzione dello stesso ingegnere che l’aveva progettata, Donato Antonio Cafaro. Successivamente, alla morte del Mori, sopraggiunta prima che l’opera fosse completata, si aggiunsero anche Dionisio Lazzari e Giovanni Mozzetti.
In fase di progetto, inoltre, la costruzione della statua che avrebbe dovuto ritrarre il sovrano a cavallo venne affidata a Giovanni Maiorino e Giovanni D’Auria e, successivamente, non avendo questi ultimato il lavoro entro il 1673, a Francesco D’Angelo, a cui fu chiesta anche la realizzazione di in leone con una palla tra le zampe. A queste dispute temporali se ne aggiunsero altre riguardo l’aspetto e la realizzazione dell’opera e, come se non bastasse, nell’area prevista per la costruzione, già si segnalavano problemi di approvvigionamento idrico. Così, gli abitanti della zona cominciarono a temere di vedere ridotta la propria fornitura d’acqua e fu necessario tenere a bada anche le proteste dei cittadini.
La fontana è formata da una grande vasca polilobata a tre bracci, sui quali poggia un piedistallo (che richiama la forma della vasca) su cui tre leoni sorreggono gli stemmi della città, del re e del vicerè, e tre aquile sormontate da altrettante vaschette a forma di conchiglia. Al centro, è posto un obelisco, ornato da mascheroni e volute, su cui poggia la statua del re, realizzata in bronzo da Francesco D’Angelo su disegno di Cosimo Fanzago.
Tratto da: Aurelio De Rose, Le fontane di Napoli, Ed. Newton&Compton Roma Prima Ed. 1994, Tascabili Economici Newton, 1994
Dove si trova - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da: Wikipedia
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