Basilica di Santa Maria della Sanità – Catacombe di S. Gaudioso
Storia
Le catacombe sono accessibili dal succorpo della basilica e risalgono ad un periodo tra il IV
e il V secolo. Furono dedicate a San Gaudioso perché questi, probabilmente nel
453, vi seppellito in uno dei cunicoli. Tutti i mosaici e gli affreschi presenti
in questo luogo riportano simboli e scene ricorrenti nelle prime comunità
cristiane, come santi, defunti, la vite, la croce, gli uccelli, la colomba, il
pesce e il calice. Le catacombe sono divise in cubicoli, ovvero piccoli ambienti
collegati da un ampio ambulacro che si trova subito alla sinistra dell’ingresso.
e il V secolo. Furono dedicate a San Gaudioso perché questi, probabilmente nel
453, vi seppellito in uno dei cunicoli. Tutti i mosaici e gli affreschi presenti
in questo luogo riportano simboli e scene ricorrenti nelle prime comunità
cristiane, come santi, defunti, la vite, la croce, gli uccelli, la colomba, il
pesce e il calice. Le catacombe sono divise in cubicoli, ovvero piccoli ambienti
collegati da un ampio ambulacro che si trova subito alla sinistra dell’ingresso.
Cubicolo di San Gaudioso
La calotta dell’arcosolio era decorata da alcuni mosaici di cui oggi restano
ormai pochi frammenti. Originariamente, doveva esservi raffigurato il santo
nimbato su uno sfondo di racemi e foglie. Nel cubicolo troviamo anche il
sepolcro di San Gaudioso che risulta molto meglio conservato delle decorazioni,
visto che è ancora leggibile la data della morte.
ormai pochi frammenti. Originariamente, doveva esservi raffigurato il santo
nimbato su uno sfondo di racemi e foglie. Nel cubicolo troviamo anche il
sepolcro di San Gaudioso che risulta molto meglio conservato delle decorazioni,
visto che è ancora leggibile la data della morte.
Cubicolo di Nostriano
Il cubicolo è indicato come luogo di sepoltura di Nostriano di Napoli, vescovo
che accolse i confratelli esuli dall’Africa, persecutore degli eretici e
promotore di opere pubbliche come le terme. L’unica decorazione sopravvissuta al
tempo, è una croce gemmata. Nella volta, invece, sono visibili due volti di
Cristo (realizzati a distanza di un secolo l’uno dall’altro), che si
sovrappongono in modo da inserirlo nell’Eternità (il cerchio) e nel tempo (il
quadrato). Negli angoli, infine, troviamo i simboli degli evangelisti racchiusi
in quattro medaglioni.
che accolse i confratelli esuli dall’Africa, persecutore degli eretici e
promotore di opere pubbliche come le terme. L’unica decorazione sopravvissuta al
tempo, è una croce gemmata. Nella volta, invece, sono visibili due volti di
Cristo (realizzati a distanza di un secolo l’uno dall’altro), che si
sovrappongono in modo da inserirlo nell’Eternità (il cerchio) e nel tempo (il
quadrato). Negli angoli, infine, troviamo i simboli degli evangelisti racchiusi
in quattro medaglioni.
Cubicolo del Calice Ansato
Il
cubicolo del Calice ansato è accessibile attraverso una scala che conduce ad un
livello inferiore. Un mosaico, raffigura il calice avvolto in un lussureggiante
fogliame e con due uccelli alle estremità. Anche l’estradosso è decorato a
mosaico, come si può ricavare dall’unica figura arrivata fino ai giorni nostri,
un santo a mezzo busto, forse S.Paolo. Inoltre, nel cubicolo troviamo i resti
della decorazione di un altro arcosolio con tracce di una croce gemmata tra due
agnelli affrontati.
cubicolo del Calice ansato è accessibile attraverso una scala che conduce ad un
livello inferiore. Un mosaico, raffigura il calice avvolto in un lussureggiante
fogliame e con due uccelli alle estremità. Anche l’estradosso è decorato a
mosaico, come si può ricavare dall’unica figura arrivata fino ai giorni nostri,
un santo a mezzo busto, forse S.Paolo. Inoltre, nel cubicolo troviamo i resti
della decorazione di un altro arcosolio con tracce di una croce gemmata tra due
agnelli affrontati.
Cubicolo del Trionfo della Croce
Al
centro, racchiusa da un clipeo dal fondo rosso, sono visibili i resti di una
decorazione raffigurante una croce latina di colore bianco, con le lettere A e O
pendenti dall’asta trasversale. Il medaglione è sorretto dalle zampe di un
uccello con le ali spiegate (probabilmente una Fenice), che tiene tra le ali una
corona, a rappresentare l’allegoria del Cristo trionfatore. Ai lati della
composizione sono raffigurati due robusti agnelli bianchi dalla lunga coda,
circondati da larghe volute di tralci.
centro, racchiusa da un clipeo dal fondo rosso, sono visibili i resti di una
decorazione raffigurante una croce latina di colore bianco, con le lettere A e O
pendenti dall’asta trasversale. Il medaglione è sorretto dalle zampe di un
uccello con le ali spiegate (probabilmente una Fenice), che tiene tra le ali una
corona, a rappresentare l’allegoria del Cristo trionfatore. Ai lati della
composizione sono raffigurati due robusti agnelli bianchi dalla lunga coda,
circondati da larghe volute di tralci.
Cubicolo di Rosso
Il cubicolo è raggiungibile salendo una scala che porta nell’ambiente che,
probabilmente, era la tomba di un diacono. Nell’affresco era raffigurato,
accanto ad una croce gemmata, il diacono protomartire Stefano. Rimane ancora
visibile, con la mano sollevata nel gesto della parola, il diacono di Miseno,
Sosso che antiche leggende associano al martirio di S. Gennaro.
probabilmente, era la tomba di un diacono. Nell’affresco era raffigurato,
accanto ad una croce gemmata, il diacono protomartire Stefano. Rimane ancora
visibile, con la mano sollevata nel gesto della parola, il diacono di Miseno,
Sosso che antiche leggende associano al martirio di S. Gennaro.
Cubicolo di Pascenzio
Sul
fondo dell’ambulacro, nell’ultimo cubicolo a destra, vi è l’affresco con il
defunto Pascentius, raffigurato inginocchiato tra due candelabri davanti
all’apostolo Pietro, vestito di tunica e pallio, che lo accompagna verso
l’incontro con il Cristo.
fondo dell’ambulacro, nell’ultimo cubicolo a destra, vi è l’affresco con il
defunto Pascentius, raffigurato inginocchiato tra due candelabri davanti
all’apostolo Pietro, vestito di tunica e pallio, che lo accompagna verso
l’incontro con il Cristo.
Ambulacro
L’ampio
ambulacro conserva molti indizi sulla presenza dei domenicani, tra cui il più
caratteristico che vedeva la sepoltura dei crani di alcuni defunti incassati
nelle pareti dell’ambulacro, mentre la restante parte della figura veniva
completata ad affresco ed accompagnata da contrassegni didascalici e cronologici
indicanti lo status sociale del defunto o le opere compiute in vita. I
Domenicani crearono un vera e propria galleria per l’esposizione dei teschi di
aristocratici ed ecclesiastici: qui sono esposti donna Sveva Gesualdo,
principessa di Montesarchio, un domenicano in preghiera e di fronte a lui la
rappresentazione della morte con corona, spada e clessidra. Inoltre troviamo il
magistrato Diego Longobardo, Marco Antonio d’Aponte, Scipione Brancaccio, il
pittore fiorentino Giovanni Balducci che vi realizzò, nel XVII secolo, un ciclo
pittorico di cui rimangono solo poche tracce, come la bellissima testa di S.
Caterina da Siena nel cubicolo di Nostriano.
ambulacro conserva molti indizi sulla presenza dei domenicani, tra cui il più
caratteristico che vedeva la sepoltura dei crani di alcuni defunti incassati
nelle pareti dell’ambulacro, mentre la restante parte della figura veniva
completata ad affresco ed accompagnata da contrassegni didascalici e cronologici
indicanti lo status sociale del defunto o le opere compiute in vita. I
Domenicani crearono un vera e propria galleria per l’esposizione dei teschi di
aristocratici ed ecclesiastici: qui sono esposti donna Sveva Gesualdo,
principessa di Montesarchio, un domenicano in preghiera e di fronte a lui la
rappresentazione della morte con corona, spada e clessidra. Inoltre troviamo il
magistrato Diego Longobardo, Marco Antonio d’Aponte, Scipione Brancaccio, il
pittore fiorentino Giovanni Balducci che vi realizzò, nel XVII secolo, un ciclo
pittorico di cui rimangono solo poche tracce, come la bellissima testa di S.
Caterina da Siena nel cubicolo di Nostriano.
Cantarelle
Questo
ambiente fu aperto nel Seicento e venne destinato alla realizzazione dei
cosiddetti “seditoi”, volgarmente chiamati “cantarelle” o “scolatoi”, ovvero
sedili scavati nel tufo con un vaso sottoposto, su cui i defunti venivano
disposti a disseccare prima di essere deposti in un ossario comune o in una
tomba privata.
ambiente fu aperto nel Seicento e venne destinato alla realizzazione dei
cosiddetti “seditoi”, volgarmente chiamati “cantarelle” o “scolatoi”, ovvero
sedili scavati nel tufo con un vaso sottoposto, su cui i defunti venivano
disposti a disseccare prima di essere deposti in un ossario comune o in una
tomba privata.
Cisterna
Antica cisterna, poi riutilizzata come cimitero dai domenicani e infine come
antiquarium nell'Ottocento e nel Novecento.
antiquarium nell'Ottocento e nel Novecento.
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