Chiesa di Monteoliveto o di Sant’Anna dei Lombardi – Sacrestia del Vasari

Storia e descrizione
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In fondo alla chiesa, attraverso un corridoio, è possibile accedere alle due Sacrestie. Quella Nuova, posta sulla sinistra, è caratterizzata da decorazioni sulla volta simili a quelle che si possono ammirare nell’altra sacrestia e da una pala d’altare raffigurante il Crocifisso con Santi, opera di Giuseppe Mastroleo.
A destra, invece, si apre la Sacrestia Vecchia, detta anche “del Vasari” a causa degli affreschi che Giorgio Vasari eseguì nel 1545 sulla volta di quello un tempo era il refettorio. L’artista toscano arrivò a Napoli forte della fama conquistata durante gli anni a Roma e fu per lui l’occasione di portare anche nel Regno di Napoli quel manierismo toscano che, fino ad allora, si era fermato solo alla capitale dello Stato Pontificio.
Il lavoro, commissionato dai frati olivetani, fu realizzato con la collaborazione di Raffaelino del Colle che, seguendo i modelli del maestro e di Stefano Veltroni, eseguì alcune figure nella parte decorativa. Inizialmente, Giorgio Vasari era restio ad accettare la commissione, poichè riteneva che l’ambiente gotico e poco illuminato della chiesa non fosse adatto ad esaltare i suoi affreschi; per poter cominciare, decise quindi di adattare l’ambiente alle sue necessità e fece aggiungere delle decorazioni in stucco sulla volta in modo da donare più luminosità al refettorio.
Nello stesso periodo, il Vasari eseguì anche due trittici, uno posto nella controfacciata e l’altro nella parete di fondo, raffiguranti la Caduta della Manna e la Cena in casa di Simone, entrambi non più nella chiesa, ma conservati rispettivamente presso il Museo nazionale di Capodimonte e il Museo Diocesano di Napoli.
Attualmente, sulla controfacciata è collocata un’Adorazione dei Pastori, realizzata da un allievo del Vasari, che fu qui trasferita nel XVII secolo. Nelle lunette laterali, invece, sono presenti due sculture, attribuite a Giovan Battista Cavagna, raffiguranti rispettivamente l’Arcangelo Gabriele e la Vergine, che si appoggiano su due lavabi in marmo.
Sulla volta, invece, troviamo gli affreschi di Giorgio Vasari che si dividono in tre riquadri dedicati alla Fede, alla Religione e all’Eternità.
Alle spalle dell’altare è posta una tela di Girolamo d’Arena dedicata a San Carlo Borromeo, qui trasferita dopo il terremoto del 1805. Ai lati, dello stesso autore, troviamo San Michele (a sinistra) e la Vergine (a destra).
Nella sacrestia, infine, è possibile ammirare la mobilia settecentesca decorata da tarsie lignee, opera di Fra’ Giovanni da Verona (1506), che raffigurano scene di vita dei monaci e vedute della città. Nelle nicchie, invece, sono poste alcune statue lignee del XVII secolo con i santi dell’ordine.
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