Complesso di San Gaudioso
Storia e architettura
Il Complesso di San Gaudioso si trovava in Vico San Gaudioso.
La storia della struttura è antichissima. Nel V secolo, Settimo Celio Gaudioso, vescovo di Bitinia, e altri vescovi africani arrivarono a Napoli per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali e qui fondarono il complesso monastico, vicino alla chiesa di Santa Maria Intercede. In esso vi si ritirò anche Sant’Agnello che ne divenne abate fino alla sua morte, sopraggiunta nel 496.
Tre secoli dopo, Stefano II, duca e vescovo di Napoli, attuò dei lavori di ristrutturazione e, nell’occasione, fece costruire anche la Chiesa di San Gaudioso e, in seguito, quella dedicata a Santa Fortunata e a San Carponio, Sant’Evaristo e San Prisciano; intanto, nel convento, furono sistemate delle monache benedettine. Nel 1530, invece, vi si trasferirono le suore di Santa Maria d’Agnone che portarono nella struttura le reliquie della Madonna d’Agnone alla quale erano devote.
L’intera insula religiosa vide il periodo di massimo splendore tra il XVI e il XVII secolo, periodo in cui fu ampliata ed abbellita. Nel 1560 vi lavorò l’architetto Giovanni Francesco di Palma che progettò il chiostro, mentre, intorno al 1630, Cosimo Fanzago realizzò l’ingresso e la scala in marmo a doppia rampa con balaustra, oltre a pianificare il rifacimento e la riorganizzazione della struttura.
Purtroppo la chiesa fu distrutta da un incendio appiccato nel 1799, durante gli scontri scoppiati a seguito della proclamazione della Repubblica Napoletana, per stanare dei rivoltosi. Questo causò la perdita di numerose opere d’arte, tra cui dipinti di Battistello Caracciolo, Francesco Solimena e Luca Giordano. Il monastero, invece, si salvò e qualche anno più tardi divenne sede prima dell’Osservatorio Astronomico (1807-1809) e poi dell’Osservatorio di Marina.
Nel 1833 il complesso venne trasformato in sede clinica universitaria, ma fu demolito nel 1920 per realizzare delle nuove strutture ospedaliere. Dell’antica struttura rimangono l’arco e la scala d’ingresso di Cosimo Fanzago, il muro perimetrale, il portale in piperno e poche tracce del chiostro.
La storia della struttura è antichissima. Nel V secolo, Settimo Celio Gaudioso, vescovo di Bitinia, e altri vescovi africani arrivarono a Napoli per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali e qui fondarono il complesso monastico, vicino alla chiesa di Santa Maria Intercede. In esso vi si ritirò anche Sant’Agnello che ne divenne abate fino alla sua morte, sopraggiunta nel 496.
Tre secoli dopo, Stefano II, duca e vescovo di Napoli, attuò dei lavori di ristrutturazione e, nell’occasione, fece costruire anche la Chiesa di San Gaudioso e, in seguito, quella dedicata a Santa Fortunata e a San Carponio, Sant’Evaristo e San Prisciano; intanto, nel convento, furono sistemate delle monache benedettine. Nel 1530, invece, vi si trasferirono le suore di Santa Maria d’Agnone che portarono nella struttura le reliquie della Madonna d’Agnone alla quale erano devote.
L’intera insula religiosa vide il periodo di massimo splendore tra il XVI e il XVII secolo, periodo in cui fu ampliata ed abbellita. Nel 1560 vi lavorò l’architetto Giovanni Francesco di Palma che progettò il chiostro, mentre, intorno al 1630, Cosimo Fanzago realizzò l’ingresso e la scala in marmo a doppia rampa con balaustra, oltre a pianificare il rifacimento e la riorganizzazione della struttura.
Purtroppo la chiesa fu distrutta da un incendio appiccato nel 1799, durante gli scontri scoppiati a seguito della proclamazione della Repubblica Napoletana, per stanare dei rivoltosi. Questo causò la perdita di numerose opere d’arte, tra cui dipinti di Battistello Caracciolo, Francesco Solimena e Luca Giordano. Il monastero, invece, si salvò e qualche anno più tardi divenne sede prima dell’Osservatorio Astronomico (1807-1809) e poi dell’Osservatorio di Marina.
Nel 1833 il complesso venne trasformato in sede clinica universitaria, ma fu demolito nel 1920 per realizzare delle nuove strutture ospedaliere. Dell’antica struttura rimangono l’arco e la scala d’ingresso di Cosimo Fanzago, il muro perimetrale, il portale in piperno e poche tracce del chiostro.
Dove si trovava - mappa
Foto
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Le foto sono tratte da:
Wikipedia
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