LO TIRAMOLE


dataXVI sec


 
Songo ‘n’ommo d’alta sfera,
trallarillirera, trallarillirera.
So’ dottore de valore,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Sono un uomo d’alta sfera,
trallarillirera, trallarillirera.
Sono dottore di valore,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Diciarraje, si tu mme siente,
che grand’ommo è chisto cca.
Sto’ a lo Muolo e tiro diente,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Dirai, se mi senti,
che grande uomo è questo.
Sto al Molo ed estraggo denti,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Tengo ll’arte e la manera,
trallarillirera, trallarillirera.
Songo strutto, saccio tutto,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Ho il mestiere e le maniere,
trallarillirera, trallarillirera.
Sono dotto, so tutto,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Chist’anguento ve conzola,
ogne male fa passá.
Ve fa créscere la mola,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Questo unguento vi consola,
ogni male fa passare.
Vi fa crescere il molare,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Medicina, antica e vera,
trallarillirera, trallarillirera.
Chi lo vede, non lo crede,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Medicina, antica e vera,
trallarillirera, trallarillirera.
Chi lo vede, non ci crede,
trallarillirera, trallarillirá.
 
Cinche solde, ma ch’è stato?
Pecché ognuno se ne va?
Gué, lo prezzo ha spaventato,
trallarillirera, trallarillirá.
Cinque soldi, ma cosa è successo?
Perché ognuno se ne va?
Forse, il prezzo l’ha spaventato.
trallarillirera, trallarillirá.

La canzone è tratta da un canto popolare risalente al XVI secolo che descrive allegramente l’attività di un dentista, mestiere che un tempo era esercitato da qualche barbiere o da qualche improvvisato ambulante. Tra le versioni del brano, ricordiamo quelle di Amália Rodrigues e Roberto Murolo.

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