Duomo di Napoli – Sagrestia maggiore
Storia e descrizione

Nel 1581, quando l’Arcivescovo Annibale di Capua manifestò la volontà di trasformare l’ambiente in sacrestia, fu aperto l’ingresso sul transetto. Il terremoto del 1732 ne danneggiò la struttura che fu completamente rinnovata su Commissione del Cardinale Francesco Pignatelli. Il progetto fu affidato all’ingegnere Filippo Buonocore che decise di modificare lo stile gotiche originale. Le bifore furono murate e trasformate in finestroni con volute barocche, mentre la volta a crociera diventò un soffitto incannucciato con un affresco di Santolo Cirillo raffigurante San Gennaro in preghiera verso la Santissima Trinità. Le pareti furono rafforzate, sacrificando gli affreschi trecenteschi che raffiguravano alcune scene della vita di San Ludovico.
Alle pareti, una gran quantità di ovali raffiguranti gli arcivescovi di Napoli, opere di Alessandro Viola. Sull’altare si trova una pala di Giovanni Balducci che raffigura la Vergine tra Sant’Agnello e San Gennaro. In una teca, è custodito un crocefisso in avorio del XVII secolo, alto circa 90 cm.
Il pavimento è decorato con lo stemma del Cardinale Alessio Assalesi, mentre alcune coperture marmoree danno accesso ad un ambiente sottostante, usato come ipogeo sepolcrale per gli arcivescovi.
Sul retro è posto un lavabo del XVI secolo, epigrafi che ricordano la sepoltura dell’Arcivescovo Annibale di Capua e le reliquie possedute dalla cattedrale e, infine, un’uscita secondaria con archetti cinquecenteschi.
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In occasione di una prossima mia visita a Napoli e in coincidenza dell’anniversario della dipartita di mia moglie, MARIA, avvenuta il 19 maggio 2015, vorrei donare a questo Duomo, un mio pensiero !