NINNANÀNINNANOÈ


musica testoPino Daniele data1979


 
Duorme Nennella mia,
fino a che vene juorno.
Duorme Nennella mia,
è ancora notte.
 
Dormi Bambina mia,
fino a che fa giorno.
Dormi Bambina mia,
è ancora notte.
 
E strigneme ‘e ddete
sempe cchiù forte.
Si vene ‘o mammone1
chiudimmo ‘a porta.
 
E stringimi le dita
sempre più forte.
Si arriva il mammone1
chiudiamo la porta.
 
Duorme nennella mia,
fora sta ‘o maletiempo.
Duorme nennella mia,
meglio ca nun siente.
 
Dormi bambina mia,
fuori è brutto tempo.
Dormi bambina mia,
meglio che non senti.
 
E strigneme ‘e ddete
……………………
 
E stringimi le dita
……………………
 
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
 
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
Ninnanàninnanoè…
 
E strigneme ‘e ddete
……………………
 
E stringimi le dita
……………………
 

La canzone fa parte di "Pino Daniele", secondo album in studio di Pino Daniele.
1 Il Mammone è una creatura immaginaria che, da secoli, si tramanda nella tradizione popolare del centro e del sud Italia. Già nella Bibbia compare il termine "Mammona" con il quale viene personificato, con connotazione negativa, il profitto e la ricchezza materiale. Nella mitologia antica, partendo dalla Siria e poi attraverso Greci e Romani, lo si rappresenta come un demonio, così come nel Medioevo, in cui viene raffigurato come demone dell'avarizia, della ricchezza e dell'ingiustizia. Nello stesso periodo viene associato anche al gatto, animale ritenuto collegato al diavolo, dando vita alla figura del "Gatto Mammone", bestia di aspetto mostruoso che si dilettava nello spaventare le mandrie al pascolo o sbranare le persone. A Napoli è spesso usato per minacciare i bambini capricciosi e disubbidienti. Viene citato più volte, infatti, ne "Lo cunto de li cunti", opera di Giambattista Basile risalente alla prima metà del XVII secolo.

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