Domenica 07/04/2002 – Trentesima giornata
 

Luppi gol, Napoli torna a sognare.

De Canio ora è a sei punti dalla A.
Un rigore (contestato) nella ripresa decide il derby del Sud.

 

NAPOLI – BARI 1 – 0 (25591
spettatori)

NAPOLI (3-4-1-2): Mancini, Bonomi, Villa, Luppi, Jankulovski,
Alessi, Magoni, Bigica (6'st Pavon), Ametrano, Graffiedi (46'st
Montezine), Rastelli (48'st Floro Flores).
Panchina: Roccati, Troise, Cristiano, Sesa. All. De Canio.
BARI (3-4-1-2): Gillet, Innocenti, Neqrouz, Mazzarelli,
Bellavista, De Rosa, D'Agostino, Ingrosso, Valdes (21'st De Stefani,
33'st Collauto), Palmieri, Anaclerio.
Panchina: Battistini, Sibilano, Markic, Chukwu, Spinesi. All. Perotti.

MARCATORI: 26'st Luppi(r).

Di buono, per il Napoli, c’è solo il risultato. Questa vittoria
agguantata in mezzo ai patemi e al generale sconcerto che lo proietta a
sei punti dalla zona A. O pienamente in corsa, dipende dai punti di
vista. Il discorso sulla promozione diventerebbe infatti concreto se
all’Empoli dovesse andare male con quella storia che profuma di presunto
imbroglio. Dietro i tre punti, c’è poco o altro, come sotto il vestito
della protagonista di un film di successo. Il Napoli è riuscito a
raccattare la vittoria su calcio di rigore. Esemplare la trasformazione
di Luppi, poco oltre il quarto d’ora, in mezzo alle vibrate, convinte,
accorate proteste dei giocatori del Bari. Secca la botta di Pavon, il
braccio di Innocenti ad interferire a meno di un metro. Fatale la
domanda: il difensore barese era in condizione di poter nascondere
l’arto? Certo di aver subito un enorme torto, anzi doppio perché
preceduto dall’espulsione di Neqrouz, il Bari in inferiorità numerica
dal 16’ della ripresa, si ritrova tra le mani l’effimero. La buona
prestazione, i consensi, ma zero punti. Uno forse l’avrebbe meritato.
Meglio il Bari, agevolato dall’insistenza del Napoli ad agire con lunghi
lanci, bocconi ghiotti per Neqrouz e Innocenti, insuperabili nel gioco
aereo, e capace di articolarsi con agili e precisi fraseggi nelle
ripartente, rifinite da Valdes e D’ Agostino. Una spina nel fianco di
Luppi e Bonomi il giovane Anclerio, insidioso e fastidioso fino
all’ultimo secondo. Sventato, però, l’attaccante compagno di reparto di
Calmieri, nell’esecuzione della girata sottomisura. Una palla-gol anche
questa, se vogliamo. In ambasce gli orfanelli di Stellone, là davanti;
in apnea i centrocampisti vedovi di Vidigal. Sconcertato e affranto il
popolo napoletano accorso in buon numero: 25'000 metaforiche lacrime
all’intervallo. E tutti a domandarsi: perché De Canio ha sostituito
Bigia, ma a beneficio di chi? Premiato l’azzardo dell’allenatore, che
con solo colpo ha dotato l’attacco di un minimo di sostanza e
ridisegnato il Napoli sul prato, 3-4-3 e via andare. Pavon centrale,
Graffiedi e Rastelli esterni nel tridente d’attacco, Magoni restituito
alla sua parte di centrocampista centrale, in linea con Alessi, come a
Genova. Jankulovski trasferito dall’interno sulla corsia esterna. Non
s’è allarmata la panchina barese, laddove hanno denunciato problemi i
giocatori in campo. Il Bari s’è arrotolato su se stesso, davanti a
Gilet, e Pavon è riuscito a confezionare un paio d’insidie.
L'Honduregno è diventato il fattore decisivo. Favorito dal ravvedimento
di De Canio, Pavon ha cambiato il Napoli e la partita. Neqrouz l’ha
steso sulla trequarti con un intervento scomposto e chiaramente falloso.
Rosso diretto per lui, il Bari in dieci al 16’ della ripresa. Immediata
la valutazione delle conseguenze dell’espulsione del pilastro difensivo,
un bastione davanti a Gilet: chiaramente qualcosa sarebbe successo,
prima o poi. Il primo segnale è arrivato nel giro di minuti: insipido il
cross breve di Graffiedi liberato da un colpo di tacco volante di Pavon.
Giusta o ingiusta, giudicatela come vi pare, la sentenza è sopravvenuta
al 26’: arresto e piroetta in area di Pavon, l’attrezzo spostato verso
l’esterno ad armare il destro, il diagonale prepotente ha incontrato il
vicino braccio di Innocenti. L’impeccabile esecuzione a mezz’altezza di
Luppi ha inondato lo stadio di una felicità manifesta non solo nei cori
e negli hurrà. Una gioia generale che s’è appiccicata addosso ai
presenti, attraversata nel finale dall’orgogliosa reazione del Bari in
inferiorità numerica (senza esito però i calci di punizione e gli angoli
sommati fino al 94’) e dagli erroracci del Napoli in contropiede. Lapsus
da schiaffi, tentativi di suicidio. Ne avrebbe fatto volentieri a meno
il popolo gasato dalla nuova situazione in classifica.

 
MANCINI 6
LUPPI 6.5
BONOMI 6
VILLA 5.5
JANKULOVSKI 6
AMETRANO 6
MAGONI 5.5
BIGICA 5 (6'st Pavon 6.5)
ALESSI 6
RASTELLI 5 (46'st Montezine sv)
GRAFFIEDI 5.5 (48'st Floro Flores sv)

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